Una volta forse. Ora non si apprezza più né l'invenzione, né la sorpresa. Piccole porzioni per stomachini indifferenti o ircocervi proteinici per esibizionismo festaiolo. Ecco cosa vuole la gente: raccontare agli altri cosa ha mangiato. Così, quando lo riterrò opportuno in questa sede, vi racconterò del buco dell'osso che mangerò a Capodanno. Buon bisesto a tutti, con affetto.
29 dicembre 2015
24 dicembre 2015
EFFLUVIUM NATALICIUS
Profumi e sonori.
Don Cortisone ed il Signor Interferone, mi hanno creato un vortice intestinale che vorrei ricordare, perché come loro, mai nessun meteorismo fagiolitico ne è stato ad oggi all'altezza. I frastuoni non sono stati molti, ma comunque quanto basta per aver fatto pensare ad un temporale invernale. E' l'olezzo che ha fatto credere a tutti i residenti del borgo in cui vivo, fosse giunto periodo di concimazione agricola. A poco e niente è servito disseminare casa di incensi, o nebulizzare deodoranti per ambiente, ché l'odore, propagandosi, si divorava ogni molecola profumata. Mi porteranno pazienza, Lorsignori che hanno potuto godere di questa fragranza, prometto che cercherò di limitarmi. Non dopo aver superato il mio record personale, però. A Natale puoi.
13 dicembre 2015
RICADENDOMI
Non uno di quei post da appunti, con pensieri da aggiungere al novero delle massime in modo che quando non ci sarò più si possano tramandare ai posteri o una qualsivoglia follia dilagante nell'orbe terracqueo, ma solo per appuntare in pessima copia che sono stato di nuovo di materiale fecale, esattamente come il primo ricovero. Domattina ospedale e si ricomincia. Buon Natale!
24 novembre 2015
INTERFERENDOMI
Io ho un affetto. Anzi, io sono affetto. Da multipla sclerosi. E questo è un fatto di dato. Per approfondire la conoscenza di questa nuova amica del tutto inaspettata, ho iniziato ad inserire nella mia esile ed androgina materia dell'interferone, il Signor Interferone, tramite un autoiniettore, ago 12 millimetri, durata 7 secondi, 3 volte a settimana, 44 microgrammi a volta. Beh, che dire di lui oltre che fa stare davvero molto male, del tipo che se qualcuno può e lo sa mi dica chi sono, fino a che non si abituerà a me? Che mi sembra piuttosto confuso. Mi chiarisco: gli effetti collaterali iniziano ogni volta in un punto diverso ed a volte distante da quello dell'iniezione. Ad esempio, me la faccio nella chiappa destra e inizio ad avvertirli nel braccio sinistro. E' indubbiamente confuso. Mi rendo conto che abituarsi a me non sia cosa semplice, ma ce la farà, sono ottimista.
5 novembre 2015
ELETTROPENTAGRAMMA
Come il mordente, ecco cosa. Un appellativo dalla fragranza heavy, ma il cui significato è più dolce: un abbellimento, una minuzia. Un tocco in più. Forte, esattamente come la dolcezza.
Altra pessima quanto inutile copia sull'approfondimento di questa mia terza persona. Singolare, sia la persona che la pessima ed inutile copia.
L'interferone interferisce, gli effetti collaterali ci sono tutti e, quando terminano, svolgerei volentieri dodici ore filate di sonno senza interruzione alcuna, non fosse che, di norma, i collaterali effetti si concludono in orari notturni ed il giorno dopo io abbia immancabilmente la sveglia presta (sì, presta: sveglia, è femminile!) per la fisioterapia, per la logopedia o per i controlli a vista in ospedale. Anche la mia voce non è più maschia (sì, maschia: voce, è femminile!), ma con timbri più adolescenziali e venature morbide che addolcirei perfino Zio Adolfo in arte Führer. A volte ricompaio, ma sono pochi attimi. Nel mentre dovrò continuare ad interferirmi, aumentando il dosaggio dal nove novembre. Saranno cazzi. Come se fino ad oggi non lo sian stati.
23 ottobre 2015
BRODO DI CARNET
Ci sono stati minuti in cui sono stato così male, che ho creduto fosse giunto il trapasso, ma, sforzandomi di recuperare la ragione, cosa che mi ha richiesto comunque una lucidità non da poco, ho meditato sul luogo comune che sono i migliori ad andarsene ed io, non facendo parte della categoria, eccomi qua, ancora nel comune luogo! Salvo, anche se non troppo sano. Per la maggior parte delle persone, la miseria delle loro esperienze diventa reale solo quando si ritrovano di fronte a qualcosa di veramente grandioso. Per il resto del tempo, pensano che tutto sia buono.
13 ottobre 2015
A DURO MUSO
In un caotico intreccio di caleidoscopici colori, lasciate che vi tolga ogni dubbio e ve ne faccia sorgere altri due per ogni tolto: mi mischio agli ego ipertrofici che gridano al prossimo "Guardami!", cui nessuno frega più una cippa di imparare qualcosa e nessuno sembra più interessato ad eccellere in qualcosa per il gusto di farlo. Come accade spesso in un noto socialnetwork. Sì, è vero, perdo l'equilibrio, fa parte del gioco d'azzardo. Sono ancor più squilibrato! Ma io sono tutto d'un pezzo. Un pezzo duro!
3 ottobre 2015
INTERFERENZE ORMONALI
Posto che in questo posto posso farlo e posto che sto per farlo in questo post, non volendomene esimere, mi accingo a (e chi mi conosce, oltre ad evitarmi, sa quanto io adori usare "accingo a") tratteggiare uno schizzo in brutta copia, anzi, pessima copia, degli studi che ho iniziato a fare su di questo nuovo me, che se prima eravamo in due, ora siamo in tre. Come le Caravelle e con tutte le obiezioni possibili esaminate.
Non potendo impiegare quello principale, ho comunque la possibilità di utilizzare altri nervi per coordinarmi, anche se mi richiede uno sforzo notevole e dovrò fare molto esercizio. Al momento non mi riesce benissimo, nemmeno per l'espressione vocale. Magari l'interferone mi aiuterà, interferendo. E poi la calma. Io non sono mai stato calmo. Studierò anche questa, va bene. Armiamoci di calma, tutti e tre.
E poi la musica rock.
E poi la musica rock.
26 settembre 2015
DIAGNOSI DEFINITIVA
Sclerosi multipla. Ma certo! Non avrebbe potuto che essere multipla!
Nei prossimi mesi dovrò studiarmi, reimpararmi, reimpostarmi, riadeguarmi, pazientarmi e una serie di altre azioni che compiute dal soggetto ricadono sul soggetto stesso, ma che non ho voglia di discutere se non quando dovrò agirle. Correzione a parte e doppia razione. Alla salute.
22 settembre 2015
DIAGNOSI LOMBARE
Come in decine di altre volte rieccomi a tradurmi. Lo faccio, non solo essendo sotto mentite spoglie e questo mio spazio angusto mi conforta, ma anche opportunamente sedato, altrimenti non riuscirei a coordinare un movimento, che mi richiede una fatica che non riuscirei ad affrontare. Di seguito riporto una lista per promemoriarmi, dei trattamenti cui mi hanno sottoposto nelle ultime settimane:
1 Encefalogramma, immediato al ricovero in pronto soccorso;
1 Ecodoppler alla nuca: mi hanno spalmato di gel, ma è da tempo che tengo i capelli rasi;
2 Tac, tic e toc;
2 Risonanze magnetiche, durante le quali ho provato a seguirne il ritmo, inutilmente, ma sono quasi certo si tratti di un tempo dispari sugli ottavi;
11 fiale di sangue in una manciata di minuti più altre X nei giorni restanti, in cui X sta per "ho perso il conto";
1 esame dell'urina, avendo difficoltà motorie mi sono pisciato su una mano;
1 Visita logopedistica per farmi spiegare come poter deglutire senza soffocarmi;
2 Rachicentesi, che è la siringata nella colonna vertebrale, ovviamente senza anestesia. Ripeto: 2;
1 Potenziali visivi che, terminati, ho avuto per oltre mezza giornata le pupille girovaghe per tutto il bulbo oculare;
2 Potenziali motori di cui alla prima mi hanno infilato degli aghi dal cranio agli alluci e collegato tramite dei cavi ad un macchinario e nella seconda scosse tipo elettroshock;
1 Litro di cortisone per endovena per 6 giorni, dopodiché pasticche di medesimo a scalare;
2 visite otorinolaingoiatriche in cui mi hanno infilato un tubo nel naso. Meglio nel naso che altrove, certo.
Ed ecco la diagnosi: non si sa. Nel senso che, dopo oltre 20 giorni, non hanno ancora compreso cosa e da cosa, non avendo alcun valore fuori posto. Nemmeno quello delle urine. Ed il mio io se ne sta con una metà quasi immobile e con l'impossibilità di parlare, avendo difficoltà di espressione. Ma questa ultima, sono certo sia meglio così, perché il turpiloquio incalzerebbe. Domani sarò in una clinica a Milano, è possibile un ulteriore ricovero. Mi consola il non aver ancora perduto il senso dell'orrido e sì, nella foto del post precedente, sono io e per chiunque sia giunto fino qua, perdoni la prolissità.
16 settembre 2015
AGGEGGISTICA
Non ho mai avuto difficoltà a riconciliarmi con il me inespressivo, ma l'improbabile agguanta dagli angoli angusti, dove, per giunta, da sempre tasto procedendo. Per passione, sia chiaro. Ed è pure accaduto in due momenti distinti e in tempi troppo brevi tra loro, con tutti i miei ossequi nei confronti della brevità. E' stato inevitabile, fuor d'ogni controllo cerebral-gestionale, giusto per stare sul pezzo. Mi costituisco, altresì, dicendo che, se non mi sedassi, in alcuni momenti vorrei addormentarmi e svegliarmi solo quando l'umanità sarà giunta alla sua decisiva conclusione di umanità conscia, benché lo sviluppo della mia individualità, ormai radicata nel mio spossato macrocosmo, non possa alcunché farmelo immaginare. Come a chiunque, del resto. Ce la faremo, io e me, siamo solo un po' affaticati. Del tipo che è molto dura, più del previsto.
5 settembre 2015
RACHICENTESI
Non avrebbero potuto che ricoverarmi in neuro:
Per la camicia di forza va bene la taglia small, poi mi diletto nell'escapologia.
Sarà lunga e a volte dura, ma tornerò. E' una minaccia.
29 agosto 2015
22 luglio 2015
COMPIUTO PLEONASMO
Correva l'anno, forse perché inseguito da quello precedente. Le emoticon le vedevo solo sulle facce delle persone. L'uomo nero sotto al letto aveva un'espressione sbarazzina, gradevole. Ogni tanto andavo con lui. Prima di passare tra le mani di Mastro Geppetto, quel pezzo di legno aveva ancora un po' di corteccia. La principessa ingoiava rospi e si mangiò il principe. Ma comunque lei era in un altro castello, eretto su un mucchio di sabbia. Usavo le maniere folli, incapace di intendere, ma mai di volere. Arrotondavo per eccesso di acido adrenalinico. Ora, invece, mi pare di aver sentito una birra fresca chiamarmi disperata.
17 luglio 2015
SPASMODICO
Con indomito coraggio e sprezzo audace del pericolo, sfidando il feroce e ardente budello psichico legato alla materialità e come per le sei scorse consecutive, anche questa notte non mi sono sottratto al rito di trascinarmi fuori dal letto, mentre sognavo di rotolare lungo la china della soverchiante realtà e risvegliarmi sul pianerottolo, non sapendo come ci sono arrivato e perché. E' grave? Nel dubbio, se non udrete più nuove da parte mia, vi saluto caldamente da liquefarvi. M'incrino a cospetto.
8 luglio 2015
CILINDRI NEL GRANO
Il giorno d'uopo.
Nessuno è stato corrotto, minacciato o maltrattato a scopo di pilotaggio del risultato durante la realizzazione di questo blog, tant'è che spesso i post, scritti in autonomia dall'esso stesso blog, consistono unicamente nell'attaccare con ogni mezzo l'uomo ed il suo Creatore o Chi per Esso, che non avrebbe dovuto generare simile accozzo, ma che il bello è proprio questo. Forza, sorridete, gente. Sorridete alla vita! Un po' meno, che sembra un ictus.
30 giugno 2015
RAGION AVVEDUTA
Allora, un momento, facciamo un passo indietro. Non traiamo delle conclusioni partendo da dati parziali. Gettiamo, piuttosto, il nervo ottico umidiccio, nell'estrapolazione dei dati sensibili all'arte dei suoni e dei rumori suscettibili di modifiche, ivi contenuti. Rimarrebbe la brevità di un lasso di tempo, pur sempre abbindolandolo, conteso tra ragione e follia.
14 giugno 2015
TRAPASSO GRAMMOFOLOGICO
Pur non sapendo da che parte cominciare, lo devo proprio mettere in parole. Ho sognato il mio Amico Immaginario. O almeno lui diceva di esserlo. Mi ha detto che, nell'effettiva questionatura, proporzionalmente siamo diversi dal valore assoluto che cerchiamo di cogliere. Sembra una follia applicata al minimo denominatore comune, ma non si sa a chi. Molto probabilmente solo a chi lo applica. In ogni caso anche da questi fatti di specifica corporale limitativa, si può sempre imparare, pur non sapendo da che parte finire.
4 giugno 2015
29 maggio 2015
CAPOVERSANDO LADDOVE
A me viene in mente solo una cosa e non si tratta della comprensione del maiuscolo solo tramite l'osservazione del minuscolo, laddove la corda vocale incontra il pensiero e nasce la vocalità: quello che non ci si aspetta, è il suono sordo che ingoia tutto. Come essere rinchiusi in una campana che diventa sempre più stretta, fino a fondersi con le ossa. A quel punto, cercare di capire è un gesto superfluo. Solo gli arrabbiati e i sofisti ci provano.
12 maggio 2015
ALLUZZAMENTO ARREMBANTE
Il bisogno di rock che sento, è difficilmente esprimibile. La ciclica necessità, nella mia culotta cranica, di un drumming potente ed incalzante a fare da colonna portante a riff di chitarre grosse e sporcamente distorte e alle metriche di una vocalizzazione più o meno melodica, batte i piedi per riempire da sola la scena. Voi ignoratela. Potrei eccedere eccessivamente ed eccezionalmente con eccentrica ed eccelsa eccitazione. Gesti osceni messi ad asciugare sotto la lingua. La gravità si prenderà qualche giorno di vacanza e mi lascerà circondato di cose che non cadono.
1 maggio 2015
TETRAIDROSSIGENAZIONE
Lasciando la vita quotidiana con un palmo di naso ad aspettarmi, alcune mattine esco con un sasso in tasca, nel caso ci sia da rompere qualche regola o infrangere tabù. Che poi, a ben vedere, si tratta come sempre solo di numeri, numeri che casualmente demandano ad un attimo preciso, una connotazione temporale totalmente arbitraria, quindi avulsa completamente dalla realtà dello scorrere continuo e inesorabile del tempo. Seppur non si sappia mai se tale evento sia già davvero avvenuto, stia avvenendo o debba ancora avvenire, io il sasso me lo porto dietro, per scrupolo.
28 aprile 2015
ESTEFERRATO
Didattica metacognitiva: la cronometria dei muscoli involontari. Il controllo dei muscoli preterintenzionali. Le forme irregolari che tessellano il piano. Le note finali che si scambiano il vento e i vetri delle case abbandonate. Le note finali che compongono una musica drenante, come un'infezione, che lascia agli ascoltatori una febbre altissima. Il pubblico sente di essere stato tradito, di aver subìto la delazione totale del proprio più intimo sentire.
Ispettore Tombale. Con fuochi fatui. |
14 aprile 2015
INTERLUDIO MELLIFLUO
Sebbene il cantarne purissimo e nobilissimo la suonasse, l'altra notte ho fatto due sogni. Uno era deliziosamente angosciante, di quell'inquietudine rara, artefatta e rosso-bemolle vellutata. La prosecuzione - così mi è sembrato mentre lo facevo - di un altro. Pesanti pennellate d'ombra sulla dolcezza, splendidi dettagli minimali in primo piano! Che meraviglia! L'impressione prodotta dal vissuto o dal stare vivendolo è sempre più forte di quella prodotta da un semplice racconto, conciossiaché non m'accingo nemmeno a farlo. Te lo risparmio. L’altro sogno era molto più colorato e forse c'era anche l'arcobaleno. Però, per buona sorte, non lo ricordo.
12 aprile 2015
1 aprile 2015
DECANTASTORICO
Come minimo, la elocuzione è pura e di massimo costrutto, spesso leggiadra, alcuna fiata, mossa con isforzo, ma sempre toccante. Come minimo, notabilissimo, il facile e armonioso giro dei versi volgonsi sempre con piacevolezza di suono. E in tutto questo, come minimo, il vizio delle metafore potrebbe offendere non di rado, perché le parole non verrebbero maneggiate in guisa da torcerle con vigore a concetti strani e bizzarri.
Come minimo.
Come massimo, non lo so.
18 marzo 2015
SURD NOD OST E VEST
Lo colgo domani, l’attimo, che magari è più maturo.
Medio tempore, immaginate, piuttosto, dattilografato, interlinea doppia, che io sia tronfio d'amor proprio, vendicativo, subdolo, ostile, cattivo, maligno e, inoltre, incline alla follia. Il principio di ragion sufficiente che si fa il principio di ragion autosufficiente. Non è un paradosso, in questa storia che non ne è affatto priva, quello di vedere che la follia si sia integrata, senza apparente difficoltà, a queste nuove norme della collettività. Sospiro di sollievo.
2 marzo 2015
PSICODRAMMA ANAFESTICO
Dal nocciolo spaccato di questo tarlo insanabile, da questa natura organica schizofrenica, germoglia il paradosso drammatico: misurandolo in passi, mi assicuro che il mondo esista ancora. Come un linguaggio che tenta di dirsi, non può che sfuggire, costantemente, alla sua dizione. Una vera diavoleria, un balbettare del fare che consiste nell'essere contemporaneamente specchio, rappresentazione, e corpo, vita. Una maledizione che lo consuma: l'immobilità è come l'afasia del parlante che non vuol essere parlato o che non può più esserlo dal suo linguaggio. Eppure l'azione trattenuta è sempre azione, il silenzio è veicolo di significato. Anzi, è il fulcro fantasmatico, il perno d'assenza attorno cui ruota e da cui si origina, centrifugo, l'intero accadere drammatico.
In senso anafestico, chiaramente.
In senso anafestico, chiaramente.
17 febbraio 2015
TETRAIDROLOGIA
L'individuo adulto, maturo, formato, è un soggetto completamente adattato al suo ambiente, abile nell'utilizzo dei suoi strumenti. Essi finiscono per rassomigliargli e lui per rassomigliare a loro. Ma perché questa familiarità sia possibile, l'eccezionalità deve divenire consuetudine: il pericolo è che l'orizzonte chiuso di senso in cui si muove un tale individuo, non sia più penetrabile e accogliente nei confronti di un evento imprevedibile. In questa prospettiva di “serietà” l'imprevedibile, come rischio, è calcolato – e quindi minimizzato, ridotto ad errore trascurabile – oppure semplicemente rimosso, forcluso, tenuto aldisotto del livello di percezione e coscienza. Il perturbante, cioè quel sentimento di smarrimento del sé e del mondo causato dal riaffiorare alla coscienza di qualcosa che era familiare ma che è stato rimosso in quanto possibilità sfrondata in ragione della costruzione di una realtà e di una personalità più solida e coerente, trasforma sotto gli occhi angosciati del soggetto quell'arsenale di oggetti che erano propaggini della sua personalità, pronte a rispondere ai suoi ordini e desideri, in un esercito danzante dominato da forze demoniache e incontrollabili. Questo effetto poltergeist, questa trasformazione dell'inorganico in organico, questo ribellarsi dell'ambiente ai sensi, non è che l'immagine speculare e distorta di ciò che sta accadendo al soggetto; egli, da organico, è divenuto inorganico, poiché si è disperso e nascosto negli oggetti e nei luoghi che usa e abita, tanto da lasciarsi possedere da essi, i quali ormai lo abitano e lo usano, lo muovono come un burattino.
24 gennaio 2015
TETRAIDROAGONIA
Non che la cosa mi disturbi, ci mancherebbe.
All'inizio parlavo da solo, lunghi soliloqui con me stesso. E non era follia, anzi, era un modo per non perdere la ragione e capire a fondo il mio io più nascosto, quello che raramente risponde. Semplicemente me contro me, perché non sono certo al mondo per vivermi solo superficialmente, ma nelle più ardite profondità. Poi, durante un affondo sul dono, se si può dire, dell'obliquità, uscì allo scoperto il duale Io e Me. Oblivione! Gli oceani si disseccarono, i monti crollarono, la stella del nord precipitò, gli astri si polverizzarono, sparirono la terra, gli uomini e gli dei e rimase solo l’assoluto. E non trovai nemmeno un bar aperto.
18 gennaio 2015
TETRAIDROMANIA
Allo scoccar del fragrante rallentar spazio temporale, bisognerebbe guardare il mondo come in un caleidoscopio, sdraiati in un prato dove qualche grillo ha fatto un po' tardi, apposta per l'occasione. Nell'evidenza pratica che tutto sommato non serve essere dei professionisti per riconoscere il sapore della verità. Il che porterebbe la mia personalità a soffrire di squilibri visibilmente connessi con l'interrelazionalità, ma più congiunta alla teoria del tutto. Zigozaganti linee di mezzerie.
14 gennaio 2015
TETRAIDROFOBIA
Negli uomini che sublimano la propria pulsione di morte e riescono a sopportare tutte le frustrazioni della vita quotidiana con giocattoli di plastica che vanno bene solo per teste dello stesso materiale, prevale quell'errato senso di appropriazione che spesso è la ragione della più grave perdita. Anche quando ho cercato di rendere seri una sequela di comportamenti attuati per stabilizzare i miei equinozi nei miei solstizi, ho osservato che era inutile.
7 gennaio 2015
TETRAIDROMALIA
È desiderabile che tra Io, che narra una storia e Me, che la legge, si stabilisca al più presto una comprensione reciproca. Vi dico solo che, chi volesse offrirsi come cavia volontaria, avrà l'opportunità di influenzare il flusso di improvvisazione attraverso parole, frasi, suggestioni. Io e Me, faranno da tramite, danzando sulla linea sottile che separa chi si esibisce da chi assiste passivamente.
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