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30 marzo 2010

ERRATO COCCIGE


Mutazione battezzata con regolare prenotazione, adombrata metamorfosi di esseri un tempo umani. Movimento del movimento di comodo o di crescita. Sarebbe molto più sensato se avessero messo nelle riserve idriche farmaci per il controllo della personalità.
Tra l'altro, ho smarrito le matite colorate. Se qualcuno le avesse viste, gli sarei grato se me lo dicesse. Mi mancano follemente quegli esserini monocromatici. La diagnosi precoce è sempre utile.

26 marzo 2010

IMBUTO NEL TUBO

Sotto tripla supervisione, la stronzata, è stata approvata.
Che a pensarci, mi viene la pelle dritta. Dal ridere. Ciò che separa il Signor Me, per cui la relatività del tutto è un labirinto di specchi di cartavetro, dal prossimo attimo, è un abisso invalicabile. Ed il Signor Io, per cui la relatività del tutto è priva di princìpi di correttezza formale e gremita di riflessi di fantasia, intuizione, precisione e velocità di esecuzione in dolci effusioni, si sorprende continuamente di fluire indenne da un istante all'altro, componenti corporei compresi. E non se ne parli più. A meno che non si torni sul discorso.

20 marzo 2010

POMO DA DAMO

Ho una mia teoria, per nulla avvalorabile. Ma quando l'instabilità galleggia, ogni risposta diventa plausibile. E qua la meravigliosa relatività del tutto continua a giocare a mio favore. Ovvero che è tutto complesso e, facendo parte del tutto, non posso scorgerne la complessità. Immagino già scherzi da teppismo casalingo: pisciate negli armadi della stanza da letto, stronzo fresco e fumante arrotolato in carta di quotidiano, immagazzinato nel comparto verdura del frigo e cose di questo genere. Che altrimenti la noia tira di sinistro.

17 marzo 2010

SGRAMMATICHE COINCIDENTI

Il titolo è una stoccata, non certo un abbellimento.

Proseguendo per la rettal via, relativo al significato deretanico, in itineranti capovolgimenti clessidrici, la psicosi soffia ed io sono un mulino. E ciò non entra in contraddizione con nient'altro. Il solito soporifero nient'altro che s'incaglia in un bicchiere d'acqua torbida, senza ghiaccio, ma con la cannuccia. Oggi sono convinto di esprimere inconsapevolmente i miei pensieri a voce alta. O comunque che gli altri possano percepirli. Una degna chiusa sarebbe recitare questi atti con prestante veemenza, sceneggiature su risme di carta pesta.