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24 ottobre 2014

EUFONIA GNOSTICA


Mi ritrovo a rapportare la qualità di quella natura che nel carbonio trova la massima esaltazione e che si chiama umanità, nonostante i miei brillanti episodi di disumanizzazione. Vi è mai successo? A me spesso, ma soprattutto volentieri. Le parole dolci che certuni dicono con quella facilità dell'impossibilità realistica, semplicemente sottratti dal sostegno e sommati all'inutilità che soffrono, un tempo mi avrebbero rammaricato, ma ora so che è un fatto di scelta e preferisco la distanza. Eppure la mancanza del tempo che vivo non si può dimenticare, anche se mi distraggo, sono cose che so, conosco, ricordo. L'onestà di una percezione soggettiva è spesso cognizione di terrestrità.

17 ottobre 2014

DESUETO MISONEISTA

 

Definire è limitare. Si inizia troppo presto a nascondersi dietro le parole, componenti corporei compresi. Basterebbe ammettere un po' di ignoranza, che è salutare agli effetti pratici della vita per poter essere liberi dal flusso di quel sapere, che se non si è pronti a far diventare parte di sé è come ritrovarsi schiacciati dall'assenza di gravità. Spero che sia di lenimento per me, con tutto quello che ho passato e che dovrò passare. Altrimenti, lo scroto mio farà muschio e flora.
 

7 ottobre 2014

SPRESSIONISMO SIMILITUDINALE

Prenoto il servizio spurgo e mi sfilo quest'imbuto dal culo.
 
 
Ventiduesimo post dell'anno per cui, come consuetudine, potrei essere così vago da farti pensare che stia parlando di te. Ma non lo farò. Anche perché di te ho già parlato precedentemente. Potrei, come un buon oratore sa fare, parlare di tutto il nulla in decine, se non centinaia, di modi diversi. Ma anche questo l'ho già fatto decine, se non centinaia, di volte. Pur non essendo un buon oratore. Il motivo per cui sono qua e, concedetemelo, siete qua, è un mistero. Ma non quel mistero. Quello della fede, per intenderci, che poco si discosta da quello degli UFO, dei folletti, dei nani, dei nanerottoli e del chupacabra. Tutto fa brodo. E' semplicemente un mistero. Ecco.

5 ottobre 2014

PERPETRANZA ESPANSIONALE

 
 
Narrando la storia senza il peso del silenzio che trasforma le immagini e le nasconde ai negativi su cui perpetuarle, per un'onestà che costa cara alla ragione, ma è il cuore a dettarla, mi accingo a cicloprotrarre ciò che la valutazione umana non considera o, se lo fa, è nel modo errato. Anche io, così come tutti. Figurarsi adesso. Che io mi figuro te, tu ti figuri me, e non aspettiamo più.