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27 dicembre 2014

TETRAIDROFRENIA

 
Lo so, l'ho già detto, ma se nella zona centrale delle rime, la stessa maggiore unitarietà della tecnica e della poetica, condurrà ad un esercizio poetico più stretto intorno alle punte estreme e divenute più emblematiche della fusione fra termini essenziali del dramma interno e loro mezzi espressivi concettistici e antitetici, tutto sarà più chiaro e istruirà a guardar tra le frasche dell'arduo giuoco stilistico, persino ai suoi aspetti e momenti più virtuosistici per riscoprirvi le ragioni interne e il nesso di consolidamento di questo più irrequieto, scoperto e insieme scandibile esprimersi di tensioni interne in forte movimento, non prive certo di legami con occasioni e vicende, e il loro corrispettivo di esperienza sofferta, di meditazione, di nuova tensione.

22 dicembre 2014

ESERCIZIO DECERVELLATORIO

Vi state chiedendo il perché di questo post? Bravi, continuate a chiedervelo.


Nebulizzando feci, volta più, volta meno, stai a vedere, io. Io e le storie sussurrose che ci puoi mettere il pane a galleggiare e a inzupparsi. Io, che l'occhio clinico è patologico se non compatisce. Io, che strizza le tempie abbastanza forte da far affiorare i dotti dove scorre la linfa, filigrana di certune ispirazioni. Io, che crede che la pioggia sgorghi solo da un cielo ulceroso. Io, che per fare la corsa col sacco prima col sacco ci deve stringere un legame. Io, che evitabilmente cogita. Io, che si ostina nella crociata espressionista contro l'estetica del benfatto. Io, fortuito grifo ibrido della protuberanza cefalica.

9 dicembre 2014

OSCILLANTE BULLONARE


La marionetta è l'essenza del teatro, come la poesia è l'essenza della letteratura.
Questo mio pendolarismo è figlio della concentrazione.
 

27 novembre 2014

ESTRANEITA' PERCETTIVA

 
Il guaio delle mie vocine è che vogliono mettere il becco ovunque. Soprattutto dove non dovrebbero. E io si ferma ad ascoltarle, estasiato come per un canto di usignolo in primavera. Devo aver rimuginato notevolmente, mi si è seccata la saliva tra le fauci. Ma non è primavera e quest'ovattata attesa sotto la pioggia, senza nemmeno le variabili lunghe, avrebbe potuto procurarmi qualche brutta serietà. Le mie vocine sottoponevano in esame che l'ansia di liberarsi dal teatrino umano, di strapparsi il ph neutro di noia, certamente buono per calcare un qualsiasi palco, che ridacchia sgracchiante ad ogni frase dei compagni di scena, è un ennesimo ruolo da cui ci si debba sapere, in privato, staccare, con autentico cinismo non professato.
 
 

13 novembre 2014

ABUSIONE LETTERALE



E' il Blog esso stesso a scrivere questo comunicato. Esso Blog sarà momentaneamente aggiornato senza regolarità, né raziocinio. Pregasi attribuire codesta negligenza al Curatore di Esso Blog, in vacanza per quindici lunghissimi giorni, migrato nel sud del mondo, alla ricerca di lidi più soffici e caldi e meno catalizzati nella frenesia dell'urbanizzazione. Nel caso in cui sopravvivesse, l'Egli Curatore riprenderà a scrivere appena possibile, allietando lor Signori Lettori con diacroniche interpretazioni del sé. Ma, intanto, l'Esso Blog, vivrà di vita propria, con interventi brevi, fuori contesto e privi di logica. Grazie per la diacronizzazione. Si prende commiato: inchino e sberrettata.

7 novembre 2014

MANDARINESCO ALMANACCARE

Sentenze senza appello contro una quotidianità intasata di materie sudicie (su cui si sputa fin troppo facilmente) e un approccio alla scrittura che rimanda direttamente a certi anni Settanta ruvidi e impregnati.
 
 
Ventidue righi, un po' come ventidue, piccole novelle del Boccaccio. Ognuno stigmatizza un comportamento, un vizio, un male. Furbizia, precisione, fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione con ghigno e sguardo malefico d'accompagnamento, ventidue perle di saggezza, di cui si sentiva davvero il bisogno. Giudizio implicito, prospettiva che non si alza di un millimetro: ad ogni giorno basta il suo affanno. Domani chissà, intanto oggi vediamo se Mohammed accetta lo stesso qualche spiccio e due pagnotte, o se c'è qualcuno che si domanda davvero se anche i preti hanno il pene.

24 ottobre 2014

EUFONIA GNOSTICA


Mi ritrovo a rapportare la qualità di quella natura che nel carbonio trova la massima esaltazione e che si chiama umanità, nonostante i miei brillanti episodi di disumanizzazione. Vi è mai successo? A me spesso, ma soprattutto volentieri. Le parole dolci che certuni dicono con quella facilità dell'impossibilità realistica, semplicemente sottratti dal sostegno e sommati all'inutilità che soffrono, un tempo mi avrebbero rammaricato, ma ora so che è un fatto di scelta e preferisco la distanza. Eppure la mancanza del tempo che vivo non si può dimenticare, anche se mi distraggo, sono cose che so, conosco, ricordo. L'onestà di una percezione soggettiva è spesso cognizione di terrestrità.

17 ottobre 2014

DESUETO MISONEISTA

 

Definire è limitare. Si inizia troppo presto a nascondersi dietro le parole, componenti corporei compresi. Basterebbe ammettere un po' di ignoranza, che è salutare agli effetti pratici della vita per poter essere liberi dal flusso di quel sapere, che se non si è pronti a far diventare parte di sé è come ritrovarsi schiacciati dall'assenza di gravità. Spero che sia di lenimento per me, con tutto quello che ho passato e che dovrò passare. Altrimenti, lo scroto mio farà muschio e flora.
 

7 ottobre 2014

SPRESSIONISMO SIMILITUDINALE

Prenoto il servizio spurgo e mi sfilo quest'imbuto dal culo.
 
 
Ventiduesimo post dell'anno per cui, come consuetudine, potrei essere così vago da farti pensare che stia parlando di te. Ma non lo farò. Anche perché di te ho già parlato precedentemente. Potrei, come un buon oratore sa fare, parlare di tutto il nulla in decine, se non centinaia, di modi diversi. Ma anche questo l'ho già fatto decine, se non centinaia, di volte. Pur non essendo un buon oratore. Il motivo per cui sono qua e, concedetemelo, siete qua, è un mistero. Ma non quel mistero. Quello della fede, per intenderci, che poco si discosta da quello degli UFO, dei folletti, dei nani, dei nanerottoli e del chupacabra. Tutto fa brodo. E' semplicemente un mistero. Ecco.

5 ottobre 2014

PERPETRANZA ESPANSIONALE

 
 
Narrando la storia senza il peso del silenzio che trasforma le immagini e le nasconde ai negativi su cui perpetuarle, per un'onestà che costa cara alla ragione, ma è il cuore a dettarla, mi accingo a cicloprotrarre ciò che la valutazione umana non considera o, se lo fa, è nel modo errato. Anche io, così come tutti. Figurarsi adesso. Che io mi figuro te, tu ti figuri me, e non aspettiamo più.

30 settembre 2014

A RIDOSSO DEL DOSSO

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico. Tenere lontano dalla portata dei bambocci.


L'effetto paradosso. Ovvero, la produzione, da parte di un principio attivo, di effetti indesiderati e opposti rispetto a quelli previsti, o anche diversi rispetto a quelli ottenuti alla prima assunzione del principio stesso. Un po' come leggendo i sintomi della depressione, sia incluso quello di sentirsi depressi mentre si leggono i sintomi della depressione, malgrado il potere di essere gli unici autocrati della mente.

20 settembre 2014

DALTR'ONDE

 
L'amenità di certi giocattoli, l'eccessiva allegria dipinta con colori squillanti sui volti deformati di bambole e balocchi, non sono che una maschera grottesca, una patina dorata che nasconde il senso di colpa borghese. Tali deformazioni, simili a quelle degli specchi del lunapark, mostrano invece ciò che la proibizione fa al desiderio. 

19 settembre 2014

RETTAL VIA

Dopo 15 giorni di manutenzione, è tornato il mio PC a casa, sano e salvo.

La presente foto è la prova provata che è meglio il culo gelato che un gelato nel culo.


30 agosto 2014

DIVAGAZIONE ORBICOLARE

 
 
Uno dei tanti modi per uscire da questo impiccio - ove non sia possibile una verifica dei fatti, e questo sembra essere il caso maggioritario nel momento in cui si tratta di umanità - è l'escamotage di girare le parentesi in modo che includano la possibilità della menzogna e forcludano l'asserzione originale. Questa soluzione, che da un punto di vista strettamente logico e formale non aggiunge né toglie niente al problema, ovviamente, non permette una garanzia assoluta, pur manifestandone in qualche modo l'esigenza.

11 agosto 2014

ALT TATENSIONE

La timida voce che mi viene parlando di cose troppo serie, è un semplice meccanismo involontariamente studiato, messo in atto per indurmi in tentazione.


Lasciare un luogo conosciuto per recarsi in un luogo sconosciuto è andare, vadere. Il contrario invece è ritornare. Davvero, però, non riesco ad adottare una decisione stabile e vincolante se la mia sia stata un'andata o un ritorno. Azzeccherei un garbuglio in entrambi i sensi. Poco importa: incamererò aria e mi dissolverò e disperderò nell'ambiente. Come tutti. Evviva.

5 agosto 2014

DEAMBULANTE BALUGINARE

 
Ve la butto lì. Su cuscini in raso rosso, di forma quadrata, decorati con merletti bianchi. Sul filosofico, praticamente.
La potenza delle metafore sta nel fatto che, a differenza dei concetti, non sono forme chiuse da definizioni piane. Neanche ci provano. Sono, per dirlo con una metafora, due punti nello spazio semantico, incrociabili da infinite linee interpretative. Per questo una metafora tradisce sempre e con perseveranza, nel corso della sua storia d'utilizzo, il senso proposto da chi l'ha coniata. E per questo mi sento legittimato anch'io ad abbandonarmi al gioco erotico-semantico con questa sinuosa figura retorica che m'ha sedotto. Io e Me divengono essi stessi una figura retorica che implica un trasferimento di significato.

2 luglio 2014

ASSENZIO DI GRAVITA'

 
Inizio del riempitivo.
Quante volte mi sono accinto ad affaccendarmi in altre faccende, lo possiamo contare sulla punta della lingua e con la lingua a denti stretti. Il perché spesso non lo si sa. E questo fa parte del gioco. Lo stupore, il dubbio, gli interrogativi che si aprono, ma anche le reazioni di sdegno o perplessità, sono ciò che spesso l’artista si aspetta, per il sol gusto di accingersi ad affaccendarsi in altre faccende, mentre tutto questo succede per merito di coincidenze circoscritte nell'ambito materiale invisibile.
Vado in pellegrinaggio, affitto una bicicletta.
Fine del riempitivo. Scusate per la prolissità e la presenza.

24 giugno 2014

WASABI


 
Mi sono imbucato a quella mensa cui non ero degno di partecipare. Già, perché l’arte d’imbucarsi non si limita certo ai matrimoni o alle feste. Si può applicare anche per una qualsiasi cena. A ragion maggiore per l'ultima. Conoscevo il programma degli altri e mi sono fatto trovare lì, col gruppo, sul luogo prestabilito. Cena a base di sushi. Moltiplicato. Ma voltiamo pagina. Anzi: strappiamola.

6 giugno 2014

VELATAMENTE VELLUTATO


 
Ogni punto di riferimento è proporzionalmente casuale al volutamente fortuito:



Non fecero mai l'errore di optare per sonorità più modulate sull'assenza concettuale e maggiormente formalizzate in curve biodinamiche assimilabili armoniosamente alla velocità con cui il mondo attraversa questo tempo, praticamente inutile, che li avrebbe resi meno interessanti, ma sicuramente più attraenti.

30 maggio 2014

ARCHETIPI ONIRICI

 
Oh Cantico delle Creature dalle scale arabe, questo mio approccio non è stato capito. Intendo quello legato alla vicenda delle mie rotazioni planetarie in contromano, altresì chiamasi giramento di palle. Ci metterò più trasporto, del tipo che i globi osservatori balzeranno dalle orbite e lapillerò saliva esprimendomi.
Per ora è tutto. La banda suona durante e subito dopo la fagiolata.

10 maggio 2014

FINALE CORROTTO

 
Tutto è bene quel che finisce bene se solo fosse finito bene. Ma questo non lo so. Si, perché gli ultimi istanti non li ho visti e me lo sono perso, il finale. Eppure avevo gli occhi aperti e li stavo vivendo. Ero dentro di me a pensare come al solito. Certi finali non si ripetono. Strizzo le tempie abbastanza forte da far affiorare i dotti dove scorre la linfa. Il finale me lo architetto da solo.

4 maggio 2014

COMMEDIANTE EROGENO


In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico.  Nel simulare l'opera altrui il falsario non resiste alla tentazione di metterci del suo, spesso è una minuzia, un dettaglio, un tratto insospettabile in cui l'autore del falso finisce per tradire se stesso rivelando una propria e autentica sensibilità.

24 aprile 2014

SARTA DA PARATI


Non volevo evaporare, ma sapevo di essere vicino al punto di saturazione. Sentivo addosso le scanalature, che mi facevano angoscia perché avevo la certezza che presto si sarebbero riempite di infiltrazioni. Provai a censurarmi, a compensare coagulando. Fu allora che la Deplorazione si sollevò e, indicandomi, proruppe: "Suturatelo!". Venni allora ricucito e ricoperto di carta e colla, imbrattato di resina. Con le mie due pelli, divenni un complemento umano, un misero telegramma sottocutaneo. La controfigura di qualcosa di nudo.

30 marzo 2014

DICERE MALE


 
Se le cose che io dice a me potessero parlare, cosa direbbero alle cose che me dice a io?
Una metacondizione psicoticizzante. Un po' come quella del diavolo nero che non esiste, ma che intanto m'aspetta tutti i giorni all'uscita da lavoro, appoggiato alla macchina.
 
A proposito, se mi stai leggendo, sappi che potresti portarla a lavare, qualche volta. Ti lascio le chiavi.

26 febbraio 2014

MAMMALUCCHISMI QUALIFICATIVI

Le cose si dissiparono quando al mio amico immaginario diagnosticarono un disturbo schizofreniforme di entità incerta. Di identità, nemmeno a parlarne.


Dato che l'uomo è incapace di conciliare pensiero e materia, tende a conferire una sorta di concretezza alle idee, non sopportando il concetto che quello che è puramente astratto esista soltanto nel nostro cervello.
Facendo due conti, a me non tornano. Ma magari ad altri si.
I torni contano.

31 gennaio 2014

LONGA MANUS

Non un riferimento. Solo uno dei soliti stimoli produttivi, più connessi all'azione che ad una morale interna di produttività vera e propria.
Inutile dirlo, è la genesi del fronte trivellato da una qualsivoglia attività encefalica.
 
 

27 gennaio 2014

LA STAFFA DEL BICCHIERE

 
Ci sono diversi modi per vivere l'oltrepassamento del gorgo dell'attesa. Un esempio è quello di assumere pose teatrali o provare movenze drammatiche che non si addicono, che stonano addosso. Delizioso. Ad ogni modo, mentre eseguivo una di queste delicate operazioni, a metà tra chirurgia estetica ed alta cucina, ho deciso di essere gentile con lo spettatore, per farlo sentire un po' più a suo agio. Dopotutto è parte funzionale dello spettacolo. Più che ipocrisia, è una raffinata arte di neotatticismi della multipersonalità atti ad attirare l'attenzione.

20 gennaio 2014

FRUTTA E LORDURA


Il mondo si divide in due categorie di stronzi: quelli che lo sono davvero e quelli che pensano di esserlo. Non do una risposta a riguardo perché, oltre che stronzo, ci tengo ad apparire ostentatamente enigmatico. Fa tutto brodo. Anche il volersi convincere di essere così bravi a portare dalla propria parte persone di cui non ci si rende conto che questi dicono “sì” davanti, per poi percularli quando se ne vanno tutti convinti di aver fatto la loro buona azione quotidiana, pensando di aver portato qualcuno dalla propria parte, di aver indicato loro la strada maestra da seguire, che non contempla atti di pensiero autonomo.
Oh, io sono dalla loro parte, eh. Specie quando stanno girati di culo.

15 gennaio 2014

LEMMISGOMBRO

Insopportabile il silenzio che esce dalle teste abitate da una sola mente.
 
 
Mi spiace creare l'illusione che il tempo a disposizione per questo spazio angusto sia maggiore di quanto lo sia davvero, non vogliatemene, ma, postare di più nel mese di gennaio, è per me una consuetudine, oltre che una necessità. E un'ossessione.
Cose da dire, o scrivere, ne avrei, ma questo è il caso in cui vorrei trasmettere che da dire non ho proprio nulla e, se anche lo avessi, non lo direi. Non si tratta che taccio e acconsento, però. Al massimo annuisco. Dopotutto non sarebbe la prima volta che provo a scrivere del tutto non dicendo nulla. O viceversa, è soggettivo. Concludo questo riempitivo: lo si consideri, dunque, sgombro di lemmi. Lemmisgombro.

11 gennaio 2014

GHERMINELLA ALTORILEVATA

 
Quanta la vergogna provata dal blocco di marmo grezzo, al momento di entrare nell'atelier del famoso scultore. Come non sentirsi tutti quegli occhi bianchi di statua puntati addosso? Era l'ultimo arrivato, qualcosa che non era nemmeno un corpo. Ne aveva sentite tante di storie. "Non ti preoccupare, erano così anche loro". "Bisogna pur partire da qualche parte". "Lo scultore è colui che sa tirare fuori la scultura che è già dentro la pietra". Si chiedeva quale scultura ci fosse dentro di lui. Se fosse stato in grado di rimanere immobile durante i colpi di scalpello. Sentiva il rossore della vergogna salire verso la superficie. Diventava marmo rosa.