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15 dicembre 2016

AMEN


Avrei voluto scrivere un post inusuale, rispetto alla linea di questo blog. Un post in cui parlo di una band che mi ha rapito anima, cuore, mente e viscere: gli Halestorm. Un post in cui parlo del loro genere heavy rock, della grinta che mi trasmettono e che mi ha aiutato in questo poco più di un anno da consapevole sclerotico, del loro sound che a volte ha un tratto di già sentito, ma che è un già sentito fatto divinamente. Avrei voluto scrivere un post parlando delle loro chitarre grossamente distorte, dei loro bassi profondi, di una batteria che ricorda la colonna portante nella stabilità dell'equilibrio e della voce melodica, grintosa ed all'occorrenza grezza, stridula, seppur mai fuori luogo e con un timbro ideologicamente adatto a tutto ciò che ho appena descritto, della vulcanica cantante. Avrei voluto scrivere un post come una delle loro canzoni: al fulmicotone! O solo per provare a spiegare che ogni volta che li ascolto, oltre alla pelle dritta, mi convinco sempre più incarnino la mia idea di rock music sotto ogni aspetto, pur dicendolo dal basso della mia carriera accademico-musicale. Ma, attenzione, probabilmente questo post non lo scriverò.