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11 dicembre 2020

INTERVISTATORIALE



Salve a tutti voi, che siete il prodotto di scarto di una società già provata da anni e anni di coltivazione dell'ignoranza da parte della classe dirigente. A voi tutti, ma anche a tutti gli altri, vi indico coll'indice questa cosa qua:


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3 novembre 2020

SEMPLICISMI VETTORI



Gestire il proprio potere è essere autonomi. Autonomia è darsi le proprie regole e riuscire a seguirle. L'incapacità di fare questo produce sempre, per proiezione, qualcuno che gestirà il nostro potere per noi. Detto chiaramente: non abbiamo alcun potere sull'esterno se non sappiamo gestire impulsi, emozioni e pensieri. Se non sappiamo darci una disciplina e rispettarla non svilupperemo mai l'energia che occorre per cambiare davvero la nostra linea di vita.

9 ottobre 2020

GNOMICO COMPUTO


Nei circoli spirituali è abituale sentir dire che si dovrebbe avere un ego, prima di perderlo. Io penso che sia più corretto dire che l'ego debba essere simultaneamente rafforzato e disidentificato. L'ego deve essere rafforzato, dal momento che la sua forza non solo alimenta la nostra pratica, ma è il meccanismo attraverso cui molti frutti della nostra pratica sono espressi, ma, allo stesso tempo, deve essere progressivamente scoperto per ciò che è. Il rilascio del controllo dell'ego non è un processo lineare in cui l'ego ci domina sempre meno. Per fare in modo che questo accada, l'ego deve essere a volte espanso, a volte ridotto. Bloccarsi nella continua costruzione dei nostri ego con l'idea che a un cero punto, in un futuro lontano, si faccia il lavoro di disidentificazione è una trappola, come lo è cercare di staccarsi e trascendere l'ego prima di essere preparati a farlo, aggirando prematuramente il necessario sviluppo umano.

20 settembre 2020

EQUILIBRIO DIDATTICO


Di cosa stavo parlando? Ah si: esistono situazioni in cui un qualsiasi soggetto, per molteplici e diversi motivi, non riesce ad organizzare in percezioni coerenti non solo le sensazioni che producono impulsi contraddittori ma anche le stesse informazioni che acquisisce.
Così, non comprende lucidamente quanto osserva, provando difficoltà a distinguere un elemento da un insieme caotico e quindi non nota l’assenza di un criterio logico riguardante la disposizione di più elementi che vengono offerti alla sua attenzione.
L’eventuale guazzabuglio d’informazioni e suggestioni proprio di una mescolanza confusa di cose (o persone) eterogenee, provocherebbe un intreccio di sentimenti o di pensieri contrastanti, difficilmente gestibili, se lasciati fluire senza controllo cosciente.
La confusione mentale che si manifesta come annebbiamento, turbamento, o obnubilamento, unitamente ad un particolare stato di ansia o di emotività, spesso provoca un periodo più o meno lungo, di ottundimento del pensiero.
In queste condizioni psico-fisiche, si è abbastanza indifesi da induzioni manipolatorie tendenti addirittura a far aumentare tale stato di disordine percettivo con progressivo azzeramento delle capacità analitiche.
Su questo contano gli imbonitori, i truffatori, per mettere in atto, con successo, quanto previsto dai loro programmi, di solito mascherati astutamente dietro immagini, strutture, teoremi, forse architettati con un certo estetismo culturale (affascinante chi fosse privo di una solida formazione di base), apparentemente belli e buoni per coloro che sono stati “catturati” ma che non reggerebbero un istante all’analisi di una mente lucida, non contaminata da passioni ed emozioni fuori controllo.
Nell’ambito dei cosiddetti percorsi iniziatici, più o meno fasulli, nelle congreghe che sostengono di occuparsi, a sproposito, di cose magiche, miracolistiche, nelle sette affatto “luminose”, purtroppo sempre diffuse e spesso in aumento, è sempre presente la confusione per la mente dei propri aderenti; magari è incardinata nell’osservanza di regole e di dogmi (non di rado affatto piacevoli) imposti dai vertici di tali strutture che fanno della confusione nelle mescolanze formative, rituali, liturgiche, improprie, il loro punto di forza manipolatorio.
Giusto per ripetermi ancora una volta. Non sarebbe male, ogni tanto, fermarsi, svegliarsi, pensare. Forse si potrebbe osservare, come nella favola, che in quegli ambienti “il re è nudo” e che ciò che esibisce non esiste veramente.

31 agosto 2020

KENTUCKY


L'altro giorno ho aperto il piccolo cassetto dove raccolgo alcuni dei miei sogni, vi ho estratto uno dei miei atomizzatori preferiti e l'ho rigenerato con del filo resistivo Kantal A1 29awg, 5 spire su punta da 2 millimetri, ho scelto un cotone spumoso in modo che avesse una ricettività adeguata ed ho stappato un Kentucky organico macerato che ho lasciato maturare ventidue giorni. Sì, perché, grazie allo svapo ho smesso di fumare da 5 anni. Insomma, sono uno di quegli sfigati che usano la sigaretta elettrica. Ma è del tabacco che voglio scrivere, uno dei tabacchi più conosciuti dagli appassionati. Non farò menzione alcuna della marca e del produttore, poiché non sono un influencer e non vengo pagato per questo. Dopotutto chi mai mi pagherebbe per farlo? Tengo altresì a dire che non sono qua a fare l'influencer, né voglio convincere a smettere di fumare chi fuma o a far iniziare chi nemmeno ha mai usato una sigaretta elettronica, tantomeno a convincere qualcuno che esista un tabacco qualitativamente superiore ad un altro, le papille gustative sono una cosa tutta nostra, un mondo tutto nostro, pertanto non desidero che le mie interpretazioni possano venire fraintese per spingere ad acquistare un prodotto. Voglio semplicemente condividere un'emozione, che poi è una passione, tenendo sempre in altissima considerazione la soggettività del gusto personale. E comunque su questo blog scrivo il cazzo che mi pare.

Vengo al dunque: dunque già nel 1580 il tabacco Kentucky era coltivato a scopi commerciali e nel 1600 raggiunse una vastissima coltivazione dalle Americhe all'Estremo Oriente. Nell'arco di vent'anni si è propagato in tutto il mondo. Questa particolare commercializzazione, prima degli spagnoli e dopo degli inglesi, ha creato, insieme alle piantagioni del caffè e a quelle del cotone, una grandissima richiesta di manodopera. Proprio in quei tempi vi fu la più grande esportazione umana dall'Africa alle Americhe di uomini ridotti alla schiavitù. Il tabacco è un prodotto agricolo ottenuto da foglie di varia misura, a seconda della tipologia e viene definito come genere "nicotiana" poiché contenente la nicotina. Questo termine fu dato in onore di Jean Nicot, un ambasciatore francese che nel 1559 fece arrivare in Portogallo alcuni esemplari di queste piante, portandoli alla corte di Caterina de' Medici come una medicina. Esistono quattro sistemi per il processo finale di essicazione dei vari tabacchi. C'è quello che si definisce air cured, ovvero curato ad aria, in cui viene appeso a degli essicatori ben ventilati e viene lasciato seccare per circa due o tre settimane. Poi c'è il tabacco che adotta il processo fire cured, curato a fuoco, ove viene anch'esso appeso in essicatoi, sotto ai quali pezzi di legno, prevalentemente legno di quercia, vengono fatti bruciare lentamente e senza fiamma per rimuovere quella piccola percentuale di THC che il tabacco preserva. Assume così un sapore più affumicato. A volte si usa anche dello sterco essicato, che brucia altrettanto bene facendo assumere alle foglie un sapore stallatico. Il terzo processo si chiama flue cured, in cui le piante vengono appese a dei pali e con delle fiamme esterne all'essicatoio, viene fatta trasportare l'aria calda, senza però andare ad affumicare il tabacco. Quarto ed ultimo processo è il sun cured, ovvero curato dal sole, dove più semplicemente si stendono le foglie di tabacco e si lasciano essicare alla luce del sole. Questa essicazione è quella che viene utilizzata per quasi tutti i tabacchi orientali. 

Il Kentucky in questione viene trattato con il metodo fire cured e sono state utilizzate diverse tipologie di legni . E' un tabacco che grazie a questo processo permette di esaltare il suo aroma, lo va ad enfatizzare, amplificare, è un tabacco ottimo per creare dei blend, ovvero essere mixato ad altri tabacchi al fine di caratterizzare delle note più corpose, oppure essere utilizzato in modalità singola (anche qui si rientra nella soggettività). Il Kentucky, a mio avviso, a differenza di altre tipologie di tabacchi che utilizzo, è un tabacco a cui non deve essere data troppa aria per poterlo gustare al meglio, bisogna far sì che l'aroma venga elaborato e creato nella campana dell'atomizzatore prima di giungere al palato e poterlo degustare. In questo modo si percepiscono tutte le note erbose, ci sono sfumature del Black Cavendish (che non è un tabacco, ma una lavorazione del tabacco), non è il sapore o l'aroma del legno che prevale, ma la vera e propria erbosità, particolare che arriva a toccare tutte le mie papille. Questo Kentucky per me sarebbe quasi un delitto utilizzarlo come blend perché ha delle caratteristiche e potenzialità a livello aromatico che sono da degustare tutte da sole. Ha una grande corposità, rispetto ad altri Kentucky che ho avuto modo di provare, ha una sua anima, una sua identità forse perché è stato molto curato il processo a fuoco. Man mano che lo degusto, nel mio palato, perviene la nota secca che a molti Kentucky non si percepisce, davvero generosa che dona quella mezza sensazione amara come la vita che solo un sigaro può regalare. Si percepisce addirittura, seppur lontana, una nota fruttata. Ogni tiro è un'emozione. Ah, ma sia ben chiaro, io non ne capisco niente di tabacchi, sono tutt'altro che un sommelier dei tabacchi e, se non svapate o non avete intenzione di svapare e siete arrivati fino a qua, avete perso tempo.

25 agosto 2020

BREVE SELLATURA


Quindi, s'anchesso Blog, la cui bufera nel portone gli urla il de profundis e lui ulula con lei, non viene aggiornato con una quantità più connessa a sé stesso, piuttosto che ad una condizione di capitale interesse o mero divertimento, se ne pregiudica l'entità. Ma se ne spazzola il culo, l'Esso Blog. 

24 luglio 2020

NON DIMENTICARE CHE



Each time when one more year was over
You refused to hear heaven's bells sound
And the happiness in you heart's been set lower
You were searching for friends but no one seemed to be 'round
You merely should think of the good times
'cause there are so many ways you can go
Take a look at yourself, you're still very young
And big aims always take very long
Now it's time for happiness, stay hard and trust your fate
Don't forget you're something else you'll never be too late
Trust your fathers' mighty spell you'll never be alone
Fate will always turn out well and you'll be number one
Shout at the world don't care what they say
'cause your life is now, here and today
Luck is there, everywhere
Go on, reap its goods, that's the way
You want to have truth, relief from your pain
But life takes its toll again and again
Don't fear the night--your future is paid
And the tracks to your aims are laid

10 luglio 2020

RATIO AMBIENTAE


Se lasciamo che la vita scorra senza farci domande sulle regole a cui stiamo inconsciamente aderendo, e su cui si fondano le nostre convinzioni e le nostre relazioni, la nostra vita sarà una piatta manifestazione di regole e convinzioni inconsce.
Ci saranno lutti, separazioni, allontanamenti, unioni, nascite, ma tutto obbedirà alle regole preesistenti, alle convinzioni di base, e nessuna novità sarà una vera novità, né un vero cambiamento.
Sapete individuare le regole inconsce alle quali state obbedendo? Anche il più ribelle di noi non ne è escluso, anzi è il più condizionato.

30 giugno 2020

PROSOPOPEA EGOICA


Se il lavoro su di te diventa l'unica ragione della tua vita dammi retta: prenditi una pausa. Se la spiritualità è l'unico motivo del tuo andare avanti, forse è meglio che lasci la spiritualità e ti dedichi alla vita reale. Se hai preso a psicologizzare tutto quello che ti accade e credi così di poter spiegare il mondo attraverso mappe, teorie, citazioni, nomi altisonanti, forse ti stai perdendo un pezzo di vita dietro il vano, illusorio tentativo di tenere tutto sotto controllo. Un pezzo bello grosso. L'ego spirituale (ma anche il suo equivalente ego psicologico) è una malattia che si contrae con l'overdose di studi, libri, citazioni, teorie, ed è un preciso meccanismo di difesa  che serve a contrastare i due aspetti della realtà che ci terrorizzano di più: l'incertezza e il continuo cambiamento. Così, attraverso la sovrapposizione alla realtà di mappe, metodi, principi e tecniche, tentiamo di arginare il continuo fluire e rifluire dell'esistenza, tentiamo di spiegare l'inspiegabile col risultato di convincerci che è proprio così che funziona. Ma ci sarà sempre un fattore X, un fattore di incontrollabilità e diventare maestri del disordine e dell'imprevedibile è una rara abilità che non potrà mai essere conseguita nemmeno con diecimila lauree, o un milione di diplomi o libri letti. Quello che vi può dare questa maestria si chiama presenza, e non è qualcosa che possa essere appreso da libri, con le tecniche, o attraverso sistematizzazioni di pensiero. Al massimo se il vostro intento è davvero puro, un giorno potrà capitarvi di conoscere qualcuno che funzioni davvero in tempo presente e che vi fa vedere come si fa. A quel punto forse dovrete sacrificare tutte le vostre mappe e tutte le vostre ricette per la felicità, tutte le vostre storie e incontrare il dato di realtà, fluido, sempre mutevole. Quel giorno verrete messi di fronte a quell'incertezza che cercavate a tutti i costi di evitare. Nell'incontrare e nell'integrare questa incertezza si trova la guarigione dell'ego spirituale con la sua prosopopea e la sua arroganza, e si acquisisce un grande potere sulla propria linea di vita.

25 giugno 2020

SENZA ZUCCHERO


A volte devo entrare di corsa al bar perché sento le vocine delle brioche alla crema pasticcera che mi chiamano disperate. Prendo un caffè e, inevitabilmente, penso a quel tempo che viene sprecato bevendolo in solitudine, invece di essere in compagnia di qualcuno a cui dire tutte le cose che si vorrebbero dire.

9 giugno 2020

ARCUATARSI INDIMENSIONALMENTE


Sesto giorno consecutivo di cortisone. Metanfetaminico, mi piace definirlo, con le sinapsi che raggiungono la velocità degli astri ed il corpo immobile, bloccato. Ne ho ancora per dieci giorni. O forse nove. Non lo so. Cinque minuti mi paiono almeno quattro volte tanto. Una dimensione temporale senza filtri, aperta e con un linguaggio un po' colorito. Mi annoia anche punteggiare. Ma per rispetto lo faccio. Lasciate stare, non capireste. Perché se dite di capire, molto probabilmente avete capito veramente, non è che state fingendo. Solo che avete capito me come mi pensate e non come mi sento davvero. La specificazione è sempre qualcosa di oggettivo, come oggettivizzazione di quello che si intende.

27 maggio 2020

UNA STORIA VERA


Siamo gli abitanti ipnotizzati di un pianeta psicosomatico e proseguendo, se uno è onesto con sé stesso, non può che arrivare a questa conclusione. Ognuno è libero di credere quello che vuole e se il maestro o il saggio di turno hanno convinto che la realtà funziona in un certo modo, c'è stato quel lag di due millesimi di secondo nei quali si è avuta una scelta: accettare o rifiutare la storia che veniva raccontata. La loro storia. Se la si è accettata, quella storia, è diventata la propria, nel bene o nel male. La cosiddetta presenza si trova in quel piccolo intervallo senza tempo. Quel lag è molto importante, è lo spazio fra un pensiero e un altro, il vuoto nel quale ci sono tutte le possibilità. E in quel vuoto c'è un grande potere, c'è in effetti il solo e unico potere che è quello della decisione. E' possibile decidere se aderire o no alla narrazione che è stata venduta come 'vera'. Se la si accetta, si dirà al proprio mondo una cosa alla quale non potrà che obbedire: "voglio che sia così perché ci credo". Ma sei tu che l'hai scelto. Anche se non te lo ricordi, anche se non lo sai più. Più hai scelto di credere in quella storia, più la storia ha preso corpo, si è solidificata, materializzata. Alla fine si riduce tutto solo a questo, vedere quante e quali storie hai creduto vere, e quante e quali storie deciderai ancora di credere vere e osservare chi era davvero colui che aveva scelto quelle storie e le aveva mantenute in essere, generazione dopo generazione.

18 maggio 2020

AUTOPROIEZIONE


Chi viene idealizzato, prima o poi, verrà anche crocefisso. Idealizzazione e crocefissione sono sempre due facce della stessa medaglia: l'aver proiettato la grandezza che non eravamo capaci di incarnare, su qualcun altro. Se avete un ideale di perfezione incarnato in un essere umano ripensateci, potrebbe essere la proiezione del vostro stesso potere. Se un guru vi ha deluso e adesso siete avvelenati con lui ripensateci: potrebbe essere l'occasione per riprendervi quel potere che gli avevate cucito addosso.

18 aprile 2020

MENU' SABATALE



Antipasti:
Gamberi in spalla    
Polpo al cerchio o alla botte con carota e bastone

Primi piatti:
Bavette (di lumachine) al (buio) pesto
Occhi di triglia all'occhio di bue

Secondi piatti con contorno:
Occhiata per occhiata dentice per dentice, con vecchi rancori accomodati
Due piedi in una carpa, al forno, con patate lesse
Scampi alla cheDioceneliberi con patate scrisse

Dolci:
Frullato di pesce martello con mirtilli
Dentice al latte

Vini:
Nebbiolo in Valpadana
Chianti che ti passa

21 marzo 2020

RASSEGNA PANDEMICA


Che la vita si eriga dettaglio su dettaglio, è l'interpretazione di un fatto o la formulazione di un giudizio in corrispondenza di un criterio soggettivo e personale che mi piace, in quanto tale. Ergo, quella che stiamo attraversando è un'esperienza che appartiene a quel mondo di catastrofi dell'umanità, sperimentato molte altre volte nella sua storia. Tutte le catastrofi hanno di solito un contenuto di insegnamento e questa vicenda non ne è esente. Una cosa che ci sta sicuramente insegnando è il senso e il gusto della solidarietà, del servizio, della vicinanza agli altri. Ci sono persone che, con eroismo, ogni giorno combattono la battaglia in prima linea, come medici del pronto soccorso o infermieri. E poi c'è un altro insegnamento, io credo che sia anche più difficile e più difficile da dimostrare, che è quello del senso del limite. Noi siamo abituati ad una società e ad un mondo in cui pensavamo che tutto fosse alla nostra portata, che tutti i mali avessero una soluzione, che ci fosse una dimensione di onnipotenza dell'umano che invece non c'è. Questo senso del limite non deve indurre alla depressione o rassegnazione ma ad una riflessione attenta della condizione umana. Non voglio arrivare, in questo caso, a quel radicalismo di chi dice che quello che sta accadendo ci induce a rispettare di più la natura, che qualcosa sta reagendo nel mondo o nell'universo perché l'uomo aveva esagerato, questa forse è una visione teleologica, che affronterò in un altro momento e forse in un altro luogo, però credo davvero che, dopo questa vicenda, più nulla sarà come prima ed io non tendo a pensare che sarà necessariamente in peggio, nonostante tutto il dolore. Credo che avremo imparato ad avere, nei confronti della nostra condizione, un atteggiamento di profondo rispetto, il rispetto della vita, il rispetto degli altri, degli anziani, dei bambini, il rispetto della famiglia. Dobbiamo avere una dimensione più sobria, più limitata. Non possiamo pensare che tutto ciò che vogliamo, ogni nostro desiderio sia a portata di mano e non possiamo neanche pensare che ci siano dolori che possano essere prevenuti. Quello che manca all'uomo moderno è il sentimento tragico della vita che ci insegna a guardare all'umano con uno sguardo più rispettoso. Forse un giorno saremo abbastanza evoluti da ritornare a gioire per la morte, esattamente come si gioisce per una nascita.

13 marzo 2020

CON L'ETTIVITA'


L'avrò già detto, lo so, ma noi anziani tendiamo a ripetere le cose in maniera stancante. Stiamo vivendo un periodo. Quello in cui saranno messe alla prova le nostre credenze ed il nostro effettivo livello di coscienza, di spiritualità, di umanità. Non mi metterò ad usare toni apocalittici e non vi dirò che siamo alla "resa dei conti" come spesso si legge in giro o si sente dire. Dopotutto, le voci si spargono come il letame. Non è né l'apocalisse, né la fine dei tempi. Nessuno e, ripeto, nessuno sa cosa stia realmente accadendo, quindi niente toni allarmistici, perché il solo allarme che vale la pena di far suonare è quello contro l'inconsapevolezza umana che esisteva ben prima del problema attuale e che è molto, molto più pericoloso. Potete decidere se essere come foglie sbattute dal vento delle news, delle fake news, dell'opinionismo spicciolo e dalle emozioni e pensieri collettivi, oppure se essere persone che, avendo fatto un lavoro (si spera) su di sé, decidere cosa pensare, come sentirsi e come agire. Avete degli strumenti: il metodo Yin, lo Zhineng Qigong, per esempio, o l'uso dell'energia, le forme pensiero, il potere della presenza e dei campi di coscienza. Se non usate questi strumenti ora, avete sprecato tempo prezioso, durante questa permanenza.

20 febbraio 2020

ಬಾಹ್ಯ


A meno che io non debba farlo per lavoro, sto provando sempre più gusto nello stare lontano da tutto ciò che riguarda il web, dal blog ai social network. Questa cosa mi vasodilata i corpi cavernosi. Praticamente, a volte mi sento d'esser parte di un altro copione, film o teorema.

18 gennaio 2020

LETARGO RIFLETTERE


Avrei continuato a dormire, come si dorme in un tempio di apprendimento del carattere, acquisendo esperienza attraverso le lotte della vita, che tanto più è dura la lotta, tanto più velocemente il carattere dell'individuo può svilupparsi, per il sol gusto di continuare a dormire.

14 gennaio 2020

GAMMOPATIA


Mi scusi signore se ho calpestato il suo piede. Camminavo con la testa tra le nuvole, immaginando un mondo in cui lei non esiste. Se ciò non può giustificarmi, spero almeno possa spiegare la mia sbadataggine. Vorrei colpirla, signore, con tutta la mia forza incanalata in un pugno e fiondarla al suolo. Poi vorrei chinarmi su di lei e baciarla in fronte, signore. Vorrei tirarle fuori tutto il disgusto e la rabbia che prova verso di me e che nasconde tutti i giorni dietro la sua indifferenza patinata, signore. La sua e quella di tutti quelli come lei, signori. Se io non sto bene non le permetto di stare bene per il solo fatto di non stare non bene come me, signore. Io la ripugno, signore, e lei ripugna me. Lo so che le piacerebbe giudicarmi perchè la finestra della stanza in cui dormo è sempre chiusa. Perché apro la mia sdraio da spiaggia in mezzo alla stanza e fingo che la lampada sia il sole d'agosto, signore. Ci crede? Io penso a lei, ma penso anche a tante altre cose. Penso a come sarebbe il mondo senza di lei, e poi formulo altri pensieri edificanti e poi mi dimentico di aprire la finestra e poi mi addormento, signore. Non fugga, signore, non abbia paura di me. Io non potrei farle più male di quello che lei fa a se stesso, o quello che io faccio a me stesso. Se ora lei se ne va io resterò solo, signore, e lei smetterà nuovamente di esistere. Noi non vogliamo questo, vero signore?