Correva l'anno, forse perché inseguito da quello precedente. Le emoticon le vedevo solo sulle facce delle persone. L'uomo nero sotto al letto aveva un'espressione sbarazzina, gradevole. Ogni tanto andavo con lui. Prima di passare tra le mani di Mastro Geppetto, quel pezzo di legno aveva ancora un po' di corteccia. La principessa ingoiava rospi e si mangiò il principe. Ma comunque lei era in un altro castello, eretto su un mucchio di sabbia. Usavo le maniere folli, incapace di intendere, ma mai di volere. Arrotondavo per eccesso di acido adrenalinico. Ora, invece, mi pare di aver sentito una birra fresca chiamarmi disperata.
22 luglio 2015
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
Una birra anche a me grazie! ;) Magari potessi.
Se penso che devo uscire per andare al lavoro mi viene male! Io attendo l'Autunno disperatamente ..
A presto e buona giornata .. Dream teller ^^
MMMM, potrei regalarti un alibi capendo che il caldo fa strani effetti, ma poi mi perdo, non puoi buttare la parola birra li cosi, tra fate gnomi, orchi, pollicino e un puffo.
Come è che dicevano?
Lunga la strada ,stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia.
Lo puoi ritrovare... l'uomo nero, intendo. E le maniere folli. E l'adrenalina. E forse saranno anche meglio... condite di birra fredda.
ciao,
a volte ci sono fasi passeggere che ci fanno sentire persi o diversi dal solito e a volte queste fasi non passano...ci vuole tempo.
Una volta erano le birre che si facevano chiamare...
Posta un commento