Come minimo, la elocuzione è pura e di massimo costrutto, spesso leggiadra, alcuna fiata, mossa con isforzo, ma sempre toccante. Come minimo, notabilissimo, il facile e armonioso giro dei versi volgonsi sempre con piacevolezza di suono. E in tutto questo, come minimo, il vizio delle metafore potrebbe offendere non di rado, perché le parole non verrebbero maneggiate in guisa da torcerle con vigore a concetti strani e bizzarri.
Come minimo.
Come massimo, non lo so.
3 commenti:
Che le metafore offendano o no, mi piacciono troppo per smettere di usarle. E poi, al massimo, qualcuno non mi leggerà. E chi se ne frega, dico io.
Mi sono soffermata per almeno un minuto su volgonsi.
Suona bene.
E' agile.
Pare il sostegno su cui si intreccia tutto il post.
La metafora a mio avviso non è vizio, ma vezzo.
[ti preferisco con meno arcaismi, ma mi hai intellettualmente stuzzicato. Good job.]
Beh sicuramente come Massimo della Pena :p
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