Non ho mai avuto difficoltà a riconciliarmi con il me inespressivo, ma l'improbabile agguanta dagli angoli angusti, dove, per giunta, da sempre tasto procedendo. Per passione, sia chiaro. Ed è pure accaduto in due momenti distinti e in tempi troppo brevi tra loro, con tutti i miei ossequi nei confronti della brevità. E' stato inevitabile, fuor d'ogni controllo cerebral-gestionale, giusto per stare sul pezzo. Mi costituisco, altresì, dicendo che, se non mi sedassi, in alcuni momenti vorrei addormentarmi e svegliarmi solo quando l'umanità sarà giunta alla sua decisiva conclusione di umanità conscia, benché lo sviluppo della mia individualità, ormai radicata nel mio spossato macrocosmo, non possa alcunché farmelo immaginare. Come a chiunque, del resto. Ce la faremo, io e me, siamo solo un po' affaticati. Del tipo che è molto dura, più del previsto.
16 settembre 2015
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5 commenti:
A volte anche io vorrei sedarmi, e svegliarmi dopo un giorno, un mese... trovando le persone, non tutte, solo quelle che fanno svuotare una giornata che potrebbero riempire, uguali, ma diverse, ben disposte verso...verso.
Resisti, quando sarà passato sarà lontano, e tu sarai sveglio, giusto un po' più di prima di addormentarti :*
Baci
MaryA
Come ti capisco, Matteo.
A volte io avrei voluto non svegliarmi affatto, quando, invece, una maligna iattura, mi ha condotto nelle nebbiose regioni solitarie dell'insonnia.
E' come vivere continuamente ad occhi aperti, senza potersi mai davvero riposare da se stessi e dagli altri.
Non ci sono speranze reali di guarigione, al mio e al tuo desiderio,
bisognerebbe spegnere l'interruttore della ragione e procurarsi un black out infinito...ma no, non è neppure questa la via, a ben pensarci, che sarebbe solo ritrovarsi in uno stato vegetativo alla mercè dei mostri metafisici e di quelli reali.
Non c'è una vera via di fuga, Matteo, se non quella che tracciamo dentro noi stessi, invisibile al mondo ma visibilissima alle nostre percezioni.
Una strada dove non esistono i sensi unici.
Quella strada che conduce ai bastioni del "Deserto dei Tartari", alle nebbiose terre di Utopia, e dopo aver attraversato i prati smeraldini dell'"Isola che non c'è", conduce ai confini celesti delle "Colonne d'Ercole".
Lascerò per te, lungo il sentiero, briciole di pane, affinchè tu non possa smarrirti e trovare così un rifugio sicuro dove poterti riposare.
Con affetto
Marilena
"...in alcuni momenti vorrei addormentarmi e svegliarmi solo quando l'umanità sarà giunta alla sua decisiva conclusione di umanità conscia" Quando sento queste parole, mi assale un improvviso senso di angoscia, perché so che a me non potrebbe mai succedere e insieme all'angoscia arriva la me sconsolata.
Wè ma che hai fatto? Sei tu nella foto?
Tutto bene?
Nel frattempo... sto per svenire.... sai... la vista del sangue...
sono una che ha rischiato di non svegliarmi più e più volte... quando leggo cose come queste sento un sapore di ingiustizia profonda
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