Sebbene il cantarne purissimo e nobilissimo la suonasse, l'altra notte ho fatto due sogni. Uno era deliziosamente angosciante, di quell'inquietudine rara, artefatta e rosso-bemolle vellutata. La prosecuzione - così mi è sembrato mentre lo facevo - di un altro. Pesanti pennellate d'ombra sulla dolcezza, splendidi dettagli minimali in primo piano! Che meraviglia! L'impressione prodotta dal vissuto o dal stare vivendolo è sempre più forte di quella prodotta da un semplice racconto, conciossiaché non m'accingo nemmeno a farlo. Te lo risparmio. L’altro sogno era molto più colorato e forse c'era anche l'arcobaleno. Però, per buona sorte, non lo ricordo.
14 aprile 2015
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4 commenti:
In effetti, mi piace la dolcezza salata e' una di quelle malattie che incubo con piacere.
Conciosiacchè?? A me farebbe piacere lo raccontassi lo stesso...
Anche tu, allora, hai due lati e questi due lati ne comportano uno in cui il rosso-bemolle diventa un rosa-zucchero filato.
"Rosso bemolle" geniale!
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