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15 febbraio 2022

CAPITOLO ULTIMO

 In cui il mio Amico Immaginario comprese che si era unito il momento al tempo, proprio durante questo ventidue che raggiunge il proprio doppio genetlialcale, non potendo e non volendo proseguire oltre. E non volendo esimersene. Il caso non esiste. E poi non dire che non avevo ragione.




Da bambino, esplorando una casa sconosciuta, sbucai in un vano dove mi scoprii riflesso, all'improvviso, in una vasta specchiera. Tra la visione ed il riconoscimento di me stesso, trascorse un attimo che mi parve lunghissimo, nel quale intuii che il mondo noto e quotidiano non era l'unica realtà. Di quella rivelazione non ho saputo e non so parlarne, mi colmava ma ero costretto a tacerla, era un segreto, che mai ho confidato, né potrò confidare ad alcuno. Strumento di rivelazione quello specchio, la metafora migliore sia della creazione divina che della conoscenza umana. Infinito e finito stavano a specchio l'uno nell'altro.

Il Pianeta Terra, che è una città di mare, mi ha aperto la bocca e mi ha fatto fumare, tanto non c'è più niente di cui innamorarsi per sempre per cui valga la pena restare, quindi stanotte abbracciami alle spalle, fammi drizzare i peli sulla pelle.
La mia città è un presepe in mezzo alle montagne, bianche ed ostinate come vecchie cagne, davvero io non posso più tornare solamente a salutare e a sincerarmi che nessuno piange.