Essenzialmente si travisa perché si è condizionati dalla dizione. Nel parlato c'è un che nello sguardo che aiuta, un tono, una gestualità coverbale o una espressione e che senza alcun dubbio esplica. Così non è più nello scritto.
Questi dialoghi brevizzati dagli spazi cmqizzano troppo. Che se fossimo zen, l'essenzialità andrebbe bene perché colmata dalla percezione, ma visto che nella materialità siamo colati a picco, il tutto diventa ascolto personalizzato, soggettivo.
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