Posso fare una dicotomia della libertà? Anzi, delle libertà? Quelle di pensiero, di azione e di scelta.
Una possibile prima distinzione esiste tra libertà possibili ed impossibili. Tra le possibili, ci sono quelle che vanno contro la libertà altrui, ovvero quelle che una società civile dovrebbe negare e quelle che sono legittime. Delle prime, quelle di cui si accetta l'essere privati e quelle che non. E in quelle che non, quelle che si sceglie di prendersi nonostante il divieto, e quelle che non. Tornando al ramo delle libertà legittime, ci sono quelle che ci si prende e quelle che non ci si prende ed in entrambi questi gruppi, quelle per cui questa scelta è fatta consapevolmente e quelle in cui la scelta è inconsapevole. Tra queste che si prendono o rifiutano consapevolmente, quelle per cui la scelta è fatta autonomamente o quelle per cui si è stati obbligati o influenzati da un elemento esterno. Mi verrebbe da dire che quelle che si prendono o rifiutano inconsapevolmente si possono dividere in due gruppi: inconsapevolezza causata da abitudine oppure inconsapevolezza da ignoranza, nel senso che non se ne conosce l'esistenza e quindi non è possibile usufruirne. Ma forse tra queste due ultime diramazioni non c'è una vera differenza. Questione di sfumature.
Nessun commento:
Posta un commento