La questione degli incubi. In questi ultimi mesi ne ho fatti d'ogni. Ho deciso di ammansirli, vedendone il lato ironico e trascrivendoli sul brogliaccio che tengo sul comodino, con calamo e calamaio. Appena mi sveglio, l'incubo è annotato. Questa abitudine produce due effetti sugli incubi: li struttura come racconti e toglie loro ogni capacità di impressionarmi e non suscitano più terrore, ma curiosità, quasi sapessero che li aspetto per metterli su carta e lo reputassero un onore letterario, quegli idioti! Benché rimangano sinistri, perdono la loro caratteristica di incubi.
7 febbraio 2016
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6 commenti:
Se non ti avessi conosciuto non avrei mai saputo, ma proprio mai, perché il calamaio si chiama così. Grazie.
Lo facevo anche io da giovane. Ma non li scrivevo, gli incubi. Appena mi svegliavo me li raccontavo cercando di riviverli per imprimermeli nella memoria e poi poterli raccontare dettagliatamente a qualcuno.
Avevo degli incubi malatissimi, dovevo raccontarli, era un esigenza.
Mh ... Bravo!
- considera il tono alla Clint Eastwood dopo la vittoria del duello contro Indio- ottima soluzione.
http://youtu.be/nLGhk5pNu7g
Gli incubi sono tornati a fare compagnia anche a me da qualche giorno a questa parte... Seguirò il tuo consiglio...
annotare gli incubi.....
provero', magar mi riprendo prima
Già sono sinistra di mio...bè almeno mancina dai...il problema è che sono abituata a incubare me stessa, e poi non contenta pure mi trascrivo :) la pura realtà è che non riesco a sognare e se li ricordo, vuole dire che ho avuto incubi ad occhi aperti... l'unica paura sarebbe non raccontarli e questo non è da me. Un bacio molto sinistro Etain ( senza paura chiaramente :)
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