Come in decine di altre volte rieccomi a tradurmi. Lo faccio, non solo essendo sotto mentite spoglie e questo mio spazio angusto mi conforta, ma anche opportunamente sedato, altrimenti non riuscirei a coordinare un movimento, che mi richiede una fatica che non riuscirei ad affrontare. Di seguito riporto una lista per promemoriarmi, dei trattamenti cui mi hanno sottoposto nelle ultime settimane:
1 Encefalogramma, immediato al ricovero in pronto soccorso;
1 Ecodoppler alla nuca: mi hanno spalmato di gel, ma è da tempo che tengo i capelli rasi;
2 Tac, tic e toc;
2 Risonanze magnetiche, durante le quali ho provato a seguirne il ritmo, inutilmente, ma sono quasi certo si tratti di un tempo dispari sugli ottavi;
11 fiale di sangue in una manciata di minuti più altre X nei giorni restanti, in cui X sta per "ho perso il conto";
1 esame dell'urina, avendo difficoltà motorie mi sono pisciato su una mano;
1 Visita logopedistica per farmi spiegare come poter deglutire senza soffocarmi;
2 Rachicentesi, che è la siringata nella colonna vertebrale, ovviamente senza anestesia. Ripeto: 2;
1 Potenziali visivi che, terminati, ho avuto per oltre mezza giornata le pupille girovaghe per tutto il bulbo oculare;
2 Potenziali motori di cui alla prima mi hanno infilato degli aghi dal cranio agli alluci e collegato tramite dei cavi ad un macchinario e nella seconda scosse tipo elettroshock;
1 Litro di cortisone per endovena per 6 giorni, dopodiché pasticche di medesimo a scalare;
2 visite otorinolaingoiatriche in cui mi hanno infilato un tubo nel naso. Meglio nel naso che altrove, certo.
Ed ecco la diagnosi: non si sa. Nel senso che, dopo oltre 20 giorni, non hanno ancora compreso cosa e da cosa, non avendo alcun valore fuori posto. Nemmeno quello delle urine. Ed il mio io se ne sta con una metà quasi immobile e con l'impossibilità di parlare, avendo difficoltà di espressione. Ma questa ultima, sono certo sia meglio così, perché il turpiloquio incalzerebbe. Domani sarò in una clinica a Milano, è possibile un ulteriore ricovero. Mi consola il non aver ancora perduto il senso dell'orrido e sì, nella foto del post precedente, sono io e per chiunque sia giunto fino qua, perdoni la prolissità.