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28 aprile 2015

ESTEFERRATO


Didattica metacognitiva: la cronometria dei muscoli involontari. Il controllo dei muscoli preterintenzionali. Le forme irregolari che tessellano il piano. Le note finali che si scambiano il vento e i vetri delle case abbandonate. Le note finali che compongono una musica drenante, come un'infezione, che lascia agli ascoltatori una febbre altissima. Il pubblico sente di essere stato tradito, di aver subìto la delazione totale del proprio più intimo sentire.
 
Ispettore Tombale. Con fuochi fatui.
 

14 aprile 2015

INTERLUDIO MELLIFLUO

 
 
Sebbene il cantarne purissimo e nobilissimo la suonasse, l'altra notte ho fatto due sogni. Uno era deliziosamente angosciante, di quell'inquietudine rara, artefatta e rosso-bemolle vellutata. La prosecuzione - così mi è sembrato mentre lo facevo - di un altro. Pesanti pennellate d'ombra sulla dolcezza, splendidi dettagli minimali in primo piano! Che meraviglia! L'impressione prodotta dal vissuto o dal stare vivendolo è sempre più forte di quella prodotta da un semplice racconto, conciossiaché non m'accingo nemmeno a farlo. Te lo risparmio. L’altro sogno era molto più colorato e forse c'era anche l'arcobaleno. Però, per buona sorte, non lo ricordo.

12 aprile 2015

INTERMEZZANDO ANNALI



Per l'idea ultimogenita non ho alcuna rupe.
Col titolo, ma senza le parole del titolo.


1 aprile 2015

DECANTASTORICO

 
Come minimo, la elocuzione è pura e di massimo costrutto, spesso leggiadra, alcuna fiata, mossa con isforzo, ma sempre toccante. Come minimo, notabilissimo, il facile e armonioso giro dei versi volgonsi sempre con piacevolezza di suono. E in tutto questo, come minimo, il vizio delle metafore potrebbe offendere non di rado, perché le parole non verrebbero maneggiate in guisa da torcerle con vigore a concetti strani e bizzarri.
Come minimo.
Come massimo, non lo so.