Non che la cosa mi disturbi, ci mancherebbe.
All'inizio parlavo da solo, lunghi soliloqui con me stesso. E non era follia, anzi, era un modo per non perdere la ragione e capire a fondo il mio io più nascosto, quello che raramente risponde. Semplicemente me contro me, perché non sono certo al mondo per vivermi solo superficialmente, ma nelle più ardite profondità. Poi, durante un affondo sul dono, se si può dire, dell'obliquità, uscì allo scoperto il duale Io e Me. Oblivione! Gli oceani si disseccarono, i monti crollarono, la stella del nord precipitò, gli astri si polverizzarono, sparirono la terra, gli uomini e gli dei e rimase solo l’assoluto. E non trovai nemmeno un bar aperto.