Fare silenzio è una forma impegnativa. Dà l'idea di una piccola opera di meccanica, come costruire la sorpresa trovata dentro un ovetto di cioccolato. Solo se fondente amaro.
Se la materia fosse una macchinazione della mia immaginazione, avrebbe solamente due stati. Solida, quando immobile e connessa a se stessa, e gassosa, quando mobile e in continuo allontanamento. Chiedendomi come sarebbe uno stato intermedio, immaginerei una mistura eterogenea di solido e gassoso, come rocce frizzanti o pietre con le bollicine. Così mi immagino, agglomerato di stare solo, costellato di particelle di stare insieme. Ergo, se una relazione non fosse una immaginazione, potrei riempirla e prenderne la forma, diventandola o facendomene guscio. Placido, come il lago di un vulcano.