29 ottobre 2008
FUORI POSTO
25 ottobre 2008
POCO DI TUTTO
Il mio amico immaginario ed io siamo dei recidivi senza speranza. Dal mio lato arancione e dal suo punto di vista verde.
Chiudi il sipario. Non c’è più nessuno.
22 ottobre 2008
PASSATO L'INCISO
Stando così le cose si arrivi al dunque.
18 ottobre 2008
IL LUOGO COMUNE DI RESIDENZA
No, perchè devo dire la verità? No, perchè devo proprio dirla? No, perchè accadde un giorno, e fu un solo istante, mentre osservavo i grigi dissolversi, che intravidi l’ombra dell’Enigmatico Traduttore. Egli coltiva come un culturista l’importanza del sapore acerbo del suono delle parole di una lingua sconosciuta, utilizzando solo le vocali. Per lui il giusto umore è la lettera u tra parentesi, che suona un po’ come il distacco dalla vita sociale di tutti i giorni. Poi tanto silenzio e poco d’altro, quel che lascia dietro sè. No, perché vorrei rompere questo silenzio con il mattone dell’autocontrollo e trascurare il moto spontaneo di qui e adesso, innalzando la fiamma della stabilità e invece scrivo di condizioni mentali drasticamente fuori luogo comune che fanno scorrere lento ogni moto spontaneo. Ci ha già pensato qualcun altro a scaraventare il mattone dell’autocontrollo; troppi si sforzano di tenere il silenzio fuori dal giro. C’è un’aspettativa di destino sotto forma di pavimentazione stradale ed uno stato di abbandono degli ammortizzatori anteriori. No, perchè devo proprio dirla tutta questa verità? No, perché trovo fastidioso chi inizia una frase con "no, perchè".
Si resta sempre con il desiderio di sbirciare l’ultima pagina.
15 ottobre 2008
SENTIMENTALISMO DIFFORME
12 ottobre 2008
FOTOGRAFIA
Mentre passa lento il giorno su di me e non mi scolorisce, il dolore cucinato in umido, l’autore si impegna a respirare. A respirare i fenomeni e a scrivere l’aria, inquieto per scelta ma non degli inquietati. Tutto ciò che la memoria mi lascia rivivere di certe peripezie oniriche è una sensazione efficace: l’altruismo sotto forma di fendinebbia posteriori. E, dopotutto, ci sono punizioni peggiori dell’autunno, dico, mi rispecchio in una foglia metà gialla e metà croccante con il sorriso a comando di una fotografia. Io, quando mangio, la tenerezza la scarto e l’accumulo lungo il bordo del piatto. Continuo a gocciolare in un intorno sfavorevole, poteva finire peggio, invece niente. Ora sull’asfalto crescono i cactus.
Trovo che tutto questo sia un’idea orrendamente seducente.
10 ottobre 2008
CONDIVIDO IL DESTINO DEL MIO BARICENTRO
Ho bisogno di una parola. Una parola così soffice che sembra si spezzi pronunciandola.
Tiravo appresso a me la sufficenza come un carretto che lasciava il suo tracciato nella neve.
Allora il vuoto dentro si fa grotta, dove le lacrime filtrano lente, progettando stalattiti.
Maturano frutti lucenti, esangui, marci e osceni.
Dolci bulbi oculari da succhiare e sputare.
Noi è troppo ambiguo. Potrei star parlando di me e di te che mi stai ascoltando, o di me ed un'altra persona, escludendo te ascoltatore.
E poi la principessa viene catturata dall'esercito delle termiti, la legano e la portano nella loro enorme tana.
Cominciarono una serie di movimenti sotterranei, segreti e rivelatori insieme.
Da bambino pensavo al contrario delle lampadine. Accese nelle mia stanza in pieno giorno, avrebbero proiettato un cono di oscurità totale. Con dentro me.
Niente, era solo uno sfogo.
5 ottobre 2008
UN CRESCENDO DI SILENZI
1 ottobre 2008
INTRAPPOLATO FRA POCO FA E TRA POCO
Cose semplici e banali, suvvia, ma non così banali, tantomeno così semplici. Perchè questa leggera euforia a posteriori facilita il compito di dimenticare i dubbi del sè, il senso di non sapercela fare, la voglia di scappare via e nascondersi nel conosciuto, dallo sconosciuto. Poi alla fine, come al solito, la realtà si risolve in qualcosa di meglio dell'idea della realtà. Di molto meglio. Della parte giusta del meglio. E' strano il mondo. Se ho superato un processo in cui io ricoprivo la parte di giudice e di accusato, pubblica accusa e giuria, non ne conosco il verdetto. Mi tengo questa bella sensazione e le schegge di una caccia al tesoro che assomiglia tanto ad un circuito ovale. Tutto è ovale. Io qui ci sono già stato.
Cuori e Picche sono due semi antitetici che si contrappongono verticalmente. I Cuori, rossi, caldi, in alto rivolti verso il cielo e il mondo delle idee; Le Picche, nere, pesanti e meccaniche poggiano e si incuneano nella cruda terra, nella dura realtà. Anche Fiori e Quadri, ma il loro scontro è su un piano orizzontale. Da un lato la meccanica precisione dei Quadri, pura astrazione della mente umana, da cui la loro forma è scaturita. Dall'altra l'indipendenza naturale e autosufficiente dei Fiori, che crescono senza ordine o precisione, sottostando alla sola legge di natura.