31 dicembre 2008
MISCONOSCIMENTI
29 dicembre 2008
AVERE FISSO IL CHIODO
Tre sono le ombre, caro il mio giaciglio di spine. La prima la proiettiamo, la seconda ci segue ovunque e la terza vive dentro ognuno di noi. Ed era nella terza ombra che viveva la Fantasia che, da brava bambina viziata, strattonava la gonna del tempo. La Fantasia e' il luogo dove il sogno sa d'immortale e eterno. Spesso la Fantasia è venuta a farmi visita nei sogni e con l'aria di esperta alchimista ha mutato i germogli dei ricordi in sterpi contorte e spinose. E poi il resto.
Lo zen e l'arte della manutenzione de "lo zen e l'arte della manutenzione de "lo zen e l'arte della manutenzione de...
26 dicembre 2008
DISPERCEZIONE VISIVA
24 dicembre 2008
VOCEVIVA
BIP
21 dicembre 2008
CONVERSAZIONE OSSESSIVA
17 dicembre 2008
BABBO NATALE ESISTE
16 dicembre 2008
IL MALE
Non so se sia normale che l'osservazione di terze persone si tramuti in analisi critica verso se stessi. Comunque è un genere di pensieri di cui non riesco a fare a meno. Ad ogni modo, ho avuto la prova provata che il ruolo di traditore non si addice alla mia persona. So fingere così deliziosamente di stare dalla parte del bene che finisco per rimanerne coinvolto e perdere l'attimo per sferrare il colpo decisivo. E alla fine perdo. Perdiamo. Io e il Male. E a me il Male piace. E il Male da la colpa a me. Ma il Male dorme, mentre io penso a tutti e due. Ricerca di semplificazione? Stilizzazione della visione di sé? Paura? Terremoto? Cavallette? Boh.
Ed in quel momento preciso dall'altra parte dell'esistenza, in quell'altro mondo che si può veder da lontano, ma senza mai avvicinarvisi, una piccola melodia s'è messa a danzare.
14 dicembre 2008
CONVINZIONE
Il dato più sconcertante di questa dubbiosa questione è il seguente: il ricordo che si materializza ora, in questo preciso istante, non prova che quel che si ricorda sia realmente accaduto in passato. Io posso essermene convinto, soprattutto se altri, molti altri, ne sono convinti quanto me. Quando sono solo e l’esperienza, l’emozione, l’evento sono miei e miei soltanto, come escludere a priori che la mia mente non si sia inventata tutta la storia, compresa la sua fedele ricostruzione?
11 dicembre 2008
ALTER EGO
7 dicembre 2008
SENZA SGOMBRO DI DUBBIO
5 dicembre 2008
EVASIONE IN PITTOGRAMMI
2 dicembre 2008
TIMIDEZZA
29 novembre 2008
EFFETTI SPECIALI
25 novembre 2008
SUCCO DI FRUTTA MENTALE
Il racconto di quello che accadde dopo la fine.
Schiarimento di voce, impostazione della stessa.
Se passo una sufficiente quantità di tempo in silenzio, evitando di parlare con alcuno, alla fine anche la mia voce interna tacerà. A quel punto l'osservazione guadagnerà una nuova dimensione. Un dettaglio alla volta. Sfumerà la differenza tra azione ed oggetto. L'inevitabile sopravvento del significato. Forse un giorno riprenderò coscienza e, capendo che era tutto frutto della mia mente e che ho agito secondo quel frutto, proverò imbarazzo.
22 novembre 2008
CAPITOLO TERZO
16 novembre 2008
TIZZONI AL DENTE
12 novembre 2008
DOVE E QUANDO.
9 novembre 2008
OSSESSIONAMI
8 novembre 2008
2 novembre 2008
MAL COMUNE
Sono andato fuori tema.
29 ottobre 2008
FUORI POSTO
25 ottobre 2008
POCO DI TUTTO
Il mio amico immaginario ed io siamo dei recidivi senza speranza. Dal mio lato arancione e dal suo punto di vista verde.
Chiudi il sipario. Non c’è più nessuno.
22 ottobre 2008
PASSATO L'INCISO
Stando così le cose si arrivi al dunque.
18 ottobre 2008
IL LUOGO COMUNE DI RESIDENZA
No, perchè devo dire la verità? No, perchè devo proprio dirla? No, perchè accadde un giorno, e fu un solo istante, mentre osservavo i grigi dissolversi, che intravidi l’ombra dell’Enigmatico Traduttore. Egli coltiva come un culturista l’importanza del sapore acerbo del suono delle parole di una lingua sconosciuta, utilizzando solo le vocali. Per lui il giusto umore è la lettera u tra parentesi, che suona un po’ come il distacco dalla vita sociale di tutti i giorni. Poi tanto silenzio e poco d’altro, quel che lascia dietro sè. No, perché vorrei rompere questo silenzio con il mattone dell’autocontrollo e trascurare il moto spontaneo di qui e adesso, innalzando la fiamma della stabilità e invece scrivo di condizioni mentali drasticamente fuori luogo comune che fanno scorrere lento ogni moto spontaneo. Ci ha già pensato qualcun altro a scaraventare il mattone dell’autocontrollo; troppi si sforzano di tenere il silenzio fuori dal giro. C’è un’aspettativa di destino sotto forma di pavimentazione stradale ed uno stato di abbandono degli ammortizzatori anteriori. No, perchè devo proprio dirla tutta questa verità? No, perché trovo fastidioso chi inizia una frase con "no, perchè".
Si resta sempre con il desiderio di sbirciare l’ultima pagina.
15 ottobre 2008
SENTIMENTALISMO DIFFORME
12 ottobre 2008
FOTOGRAFIA
Mentre passa lento il giorno su di me e non mi scolorisce, il dolore cucinato in umido, l’autore si impegna a respirare. A respirare i fenomeni e a scrivere l’aria, inquieto per scelta ma non degli inquietati. Tutto ciò che la memoria mi lascia rivivere di certe peripezie oniriche è una sensazione efficace: l’altruismo sotto forma di fendinebbia posteriori. E, dopotutto, ci sono punizioni peggiori dell’autunno, dico, mi rispecchio in una foglia metà gialla e metà croccante con il sorriso a comando di una fotografia. Io, quando mangio, la tenerezza la scarto e l’accumulo lungo il bordo del piatto. Continuo a gocciolare in un intorno sfavorevole, poteva finire peggio, invece niente. Ora sull’asfalto crescono i cactus.
Trovo che tutto questo sia un’idea orrendamente seducente.
10 ottobre 2008
CONDIVIDO IL DESTINO DEL MIO BARICENTRO
Ho bisogno di una parola. Una parola così soffice che sembra si spezzi pronunciandola.
Tiravo appresso a me la sufficenza come un carretto che lasciava il suo tracciato nella neve.
Allora il vuoto dentro si fa grotta, dove le lacrime filtrano lente, progettando stalattiti.
Maturano frutti lucenti, esangui, marci e osceni.
Dolci bulbi oculari da succhiare e sputare.
Noi è troppo ambiguo. Potrei star parlando di me e di te che mi stai ascoltando, o di me ed un'altra persona, escludendo te ascoltatore.
E poi la principessa viene catturata dall'esercito delle termiti, la legano e la portano nella loro enorme tana.
Cominciarono una serie di movimenti sotterranei, segreti e rivelatori insieme.
Da bambino pensavo al contrario delle lampadine. Accese nelle mia stanza in pieno giorno, avrebbero proiettato un cono di oscurità totale. Con dentro me.
Niente, era solo uno sfogo.
5 ottobre 2008
UN CRESCENDO DI SILENZI
1 ottobre 2008
INTRAPPOLATO FRA POCO FA E TRA POCO
Cose semplici e banali, suvvia, ma non così banali, tantomeno così semplici. Perchè questa leggera euforia a posteriori facilita il compito di dimenticare i dubbi del sè, il senso di non sapercela fare, la voglia di scappare via e nascondersi nel conosciuto, dallo sconosciuto. Poi alla fine, come al solito, la realtà si risolve in qualcosa di meglio dell'idea della realtà. Di molto meglio. Della parte giusta del meglio. E' strano il mondo. Se ho superato un processo in cui io ricoprivo la parte di giudice e di accusato, pubblica accusa e giuria, non ne conosco il verdetto. Mi tengo questa bella sensazione e le schegge di una caccia al tesoro che assomiglia tanto ad un circuito ovale. Tutto è ovale. Io qui ci sono già stato.
Cuori e Picche sono due semi antitetici che si contrappongono verticalmente. I Cuori, rossi, caldi, in alto rivolti verso il cielo e il mondo delle idee; Le Picche, nere, pesanti e meccaniche poggiano e si incuneano nella cruda terra, nella dura realtà. Anche Fiori e Quadri, ma il loro scontro è su un piano orizzontale. Da un lato la meccanica precisione dei Quadri, pura astrazione della mente umana, da cui la loro forma è scaturita. Dall'altra l'indipendenza naturale e autosufficiente dei Fiori, che crescono senza ordine o precisione, sottostando alla sola legge di natura.
28 settembre 2008
CAPITOLO SECONDO
La lampadina della mia camera si è fulminata, o forse si è uccisa. Mi rendo conto che illuminare posti come camera mia deve essere durissimo. Perciò inizio il secondo capitolo al buio.
Chi non ha mai provato paranoia non sa cosa significa. E questo è un pensiero paranoico. Ma chi ha sempre camminato con gli occhi fissi a terra, e un giorno decide di guardare in faccia gli altri, si scopre veramente osservato da tutti. Forse lo facevano anche prima, ma non può saperlo: non li aveva mai osservati osservarlo. Cambia questo: contemplando la punta delle proprie scarpe poteva essere sicuro che chi gli passasse accanto non avrebbe pensato ad altro che a lui. Ora che invece è proprio così, il dubbio lo assale: "Sono forse io ad essere pazzo?"
Se mi offrissero di far parte della prima missione umana sulla superficie di marte, a patto di accettare il fatto che sia una missione di sola andata e che non avrei nessuna possibilità di tornare sulla terra, la mia risposta sarebbe: "Dove si firma?"Non ci devo pensare neanche un poco. Lungi da me l'idea di voler essere immortale, ma casomai dovesse capitare preferirei non essere presente.
22 settembre 2008
LA CONVENZIONE DI GINEVRA
20 settembre 2008
TERZINE DI QUARTI D'ORA
Non andare via. E' ancora troppo presto.
Non andare via. E' ancora troppo. Resto.
Il tempo scorre a 60 bit metronomici. Ma è la percezione che cambia. A volte scorre più veloce, in ottavi, altre più lentamente, in terzine di quarti.
Il dubbio di spalle altrui e la mia testa che si appoggia su quegli stessi dubbi.
Lo sai, vero, che prima del canto del gallo ritratterai tre volte?
Grazie, altre tanto. Altrimenti grazie.
Ricevo impulsi elettrici e scrivo di impulsi mentali. Ricevo impulsi mentali e scrivo di impulsi elettrici. Ricevo impulsi mentali e scrivo di impulsi mentali.
Si, certo, posso mostrarti tutti i miei lati. Alcuni non ti piaceranno ed altri ti impressioneranno. Cambierai comunque opinione di me.
Il modo di flirtare che hai con me è davvero cosa unica. E' timidamente sexy. Adorabile. Se solo riuscissi a fidarmi delle persone ricambierei. Probabilmente sto perdendo un’occasione. Non è la prima. Non sarà l’ultima.
17 settembre 2008
SORRISI DI CIRCOSTANZA IMMAGINARI
Il ragazzo che sorrideva fuori tempo svolgeva un lavoro di responsabilità, sistematico e frenetico, in cui non erano ammessi errori. Era un lavoro di responsabilità sistematiche e frenetiche. Il suo vivere era un ininterrotto lavorare, da quando suonava la sveglia al mattino, fino a che, se non si addormentava in ufficio, non sdraiava il proprio involucro sul materasso alla sera. Spesso si svegliava nel cuore della notte dopo aver sognato situazioni lavorative o pratiche da svolgere (in nottata) ed altrettanto spesso si scordava di far prendere luce ai propri sentimenti.
Il suo amico immaginario viveva alla giornata, faceva di tutto e nulla. Per lui essere era il nocciolo della questione ed i suoi sentimenti erano caldi e vibranti al punto da far fluire visibilmente le onde del calore dalle sue narici.
Il loro luogo di ritrovo era il piccolo ed umido sgabuzzino nel sottoscala ove degustavano i vini acquistati dai viaggi di lavoro del ragazzo che sorrideva fuori tempo e si narravano le vicende di vita comuni, quotidiane e non. L’uno sapeva tutto dell’altro, non vi erano segreti tra loro.
Arrivò il giorno (perché questa è una di quelle storie in cui arrivò il giorno in cui arrivò il giorno) in cui arrivò il giorno, purtroppo. Ed il ragazzo che sorrideva fuori tempo dovette partire.
Ma prima di partire infilò sotto la fessura della porta dello sgabuzzino un biglietto, lasciando accanto una bottiglia di vino rosè, delicato e frizzante, incartata nei fogli di giornale. Sul biglietto scrisse l’indirizzo al quale si sarebbe trasferito, aggiungendo poche righe. Da dentro lo sgabuzzino l’amico immaginario raccolse il biglietto, lo lesse e pianse. Da fuori lo sgabuzzino il ragazzo che sorrideva fuori tempo continuò a prepararsi per la partenza, si mise la giacca, salutò con amarezza l’amico immaginario e disse: “Scusa se ho scritto male, ma sono di fretta in questo momento…”. L’amico immaginario sobbalzò in piedi, aprì di scatto la porta dello sgabuzzino ed urlò al ragazzo che sorrideva fuori tempo che, nel frattempo, stava afferrando la valigia colma per uscire, sistemandosi lo sciarpino di seta nera: “Uomo da poco! Cosa vuol dire male? Forse che le lettere non sono tutte uguali, incolonnate ed obbedienti? Forse che hai vocali che debordano, aste che decollano, scrittura che si inchina o si impenna, bordi panciuti, splendidi sgorbi e arabeschi megalomani? Forse che hai la meravigliosa diversità di ogni lettera e parola? Questo è male per te?”. L’amico immaginario afferrò caparbiamente la bottiglia di vino rosè, delicato e frizzante, incartata dai giornali, dette un’ultima, ma di compassione, occhiata al ragazzo che sorrideva fuori tempo, rientrò nello sgabuzzino, stappò la bottiglia, si riempì un bicchiere e, mentre assaporava quel tenero sapore, trattenendolo sulla lingua, rise di sé.
C’erano una volta un ragazzo che sorrideva fuori tempo ed il suo amico immaginario. Ma poi si persero di vista e, incontrandosi dopo qualche anno, l’amico immaginario divenne, per il ragazzo che sorrideva fuori tempo, un conoscente immaginario.
14 settembre 2008
AFFABILI LETTURE
E' nei momenti in cui non capisco, che la cosa mi sfugge.
Quest’oggi ho rispolverato il “Librone Dell’Io Sono”, rilasciatomi unitamente al mio contratto di esistenza dal Guardasigilli Cosmico. Lui non è mai nato, è sempre esistito. E da sempre li guarda. I sigilli.
Era parecchio che non davo un’occhiata al Librone, alle sue news ed ai suoi incostanti aggiornamenti. Si parla di anni.
L’ho rispolverato soprattutto per verificare se si fosse riempito di disegni colorati laddove prima vi erano pagine non scritte e non numerate, non intitolate e non paragrafate.
Pare ci sia una modifica, una sola. Ma di assoluta rilevanza. La si trova a pagina 222, quelle precedenti sono state siglate una ad una con la scritta rossa “IN FASE DI MANUTENZIONE”. Il motivo viene spiegato nella prefazione, anch’essa debitamente modificata ai nuovi contenuti, dal Sottosegretario Cosmico, in attesa di nuove disposizioni del Guardasigilli. Per farla breve, avevano bisogno di riadattare il formulario della mia esistenza. Proprio quando, dopo anni, recupero il mio ingiallito Librone dal secondo cassetto a destra della scrivania del me stesso (dove, ordinatamente, lo avevo lasciato), i Superiori decidono di fare manutenzione? Dico io. Comunque è così. Avevo necessità di aggiornarmi su alcuni punti di me stesso nell’immediato, invece dovrò attendere che la manutenzione sia terminata.
La modifica di pagina 222 recita (male): “Andrà ora in onda una versione ridotta di me per venire incontro alle mie capacità mentali, disponibilità temporali e abilità sociali”. Da pagina 223 inizia un brevissimo riassunto, specificato con parole semplici. Con parole mie. Mi sorge un po' il dubbio che il Guardasigilli e la sua Compagnia Bella si stiano divertendo alle mie spalle. Tralasciamo.
Il Guardasigilli e la sua Compagnia Bella scrivono e pasticciano sul “Librone Dell’Io Sono” mio personale, come se fossi io stesso a scriverlo. Ancora non mi è chiaro sotto quale criterio, ma non mi pare corretto nei miei confronti. Esporrò loro questo punto durante la prossima riunione. Le riunioni sono altresì imprevedibili, di solito mi convocano quando meno me lo aspetto. E poi si parla di libero arbitrio. Questa è tutta una fregatura!
13 settembre 2008
SENZA FINE
Mentre scrivo di queste situazioni rido con gusto, ondeggiando sulla seggiola.
Mi ha tenuto sveglio un lavello fuori tempo per tutta la notte. Ho immaginato sanguinasse. Ogni goccia aveva un suono diverso, una melodia senza fine, dove alla fine sonnecchia la follia.
Ma ne è senza.
11 settembre 2008
DOPO IL RITORNELLO
La storia delle storie non finisce come ci si aspetta. I protagonisti sono il nerboruto e vigoroso signor SolfeggioRitmico, la signorina NotaMusicale e il giovane e sbarazzino FlautoDolce. Il grande sogno di FlautoDolce era conquistare il cuore della bella NotaMusicale. Ogni volta che trascorrevano dei momenti insieme, FlautoDolce aveva l'impressione che NotaMusicale non gli fosse del tutto indifferente, ma lei non gli aveva mai dato un chiaro segno. I momenti insieme aumentarono. Una sera d’estate, sotto il lampione di LunaPiena, si sfiorarono le labbra, ma nulla più. FlautoDolce allora cercò di migliorarsi, di essere una persona desiderabile, la trattò con riguardo e dolcezza, le stette accanto quando lei ne ebbe bisogno e cercò di coprire ogni ruolo che avrebbe coperto un compagno ideale: amico, amante, complice, padre, figlio. NotaMusicale capì.
Ma la storia delle storie non finisce come ci si aspetta: essa è composta da una parte reale ed una immaginaria.
Nella realtà NotaMusicale preferì SolfeggioRitmico al buon FlautoDolce. Lei non seppe o non volle dare alcuna spiegazione, ma visse per sempre con SolfeggioRitmico. Che, detto tra noi, non valeva un terzo del nostro FlautoDolce. Nella parte immaginaria il DemoneDellAmore non ebbe scelta. SolfeggioRitmico, con tutti i suoi difetti, ma anche con i suoi pregi, era un bersaglio facile al quale scoccare la propria freccia. FlautoDolce, invece, con la sua voglia di vivere, col suo desiderio di essere tutto, ha finito per non essere niente: un bersaglio in movimento, impossibile da mirare, figuriamoci da colpire.
NotaMusicale e SolfeggioRitmico vissero per sempre. FlautoDolce scacciò il Demone.
La StoriaDelleStorie è sempre così. Per fortuna ce ne sono altre.
8 settembre 2008
CAPITOLO PRIMO
Forse è presto, troppo presto per farlo. Non lo so.
Questo è un nuovo blog. Ho appena traslocato ed è un po' tutto soqquadro: colori, immagini, ma soprattutto contenuti, contenuti nel barattolo della materia grigia. Sarà soggetto a metereopatia congenita, ossessività compulsiva, compulsività ossessiva, rumori molesti ed odori sgradevoli. Il blogger ha già avuto altre esperienze eclettiche, ma avvertiva la necessità di cambiare. La nomea del precedente, benchè mi appartenesse, mi andava stretta. Molto meglio quella che verrà.
Grazie di cuore a chi mi ha seguito in quel del precedente. Io sono così, ho bisogno di cambiare. A volte.
E il Lupus in Fabula perse il pelo ma non smise d'essere vizioso. Ed io di vizi ne ho da vendere. Faccio un buon prezzo.