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16 dicembre 2013

INTERRANDO EFFLORESCENZE

Fare silenzio è una forma impegnativa. Dà l'idea di una piccola opera di meccanica, come costruire la sorpresa trovata dentro un ovetto di cioccolato. Solo se fondente amaro.
 
 
Se la materia fosse una macchinazione della mia immaginazione, avrebbe solamente due stati. Solida, quando immobile e connessa a se stessa, e gassosa, quando mobile e in continuo allontanamento. Chiedendomi come sarebbe uno stato intermedio, immaginerei una mistura eterogenea di solido e gassoso, come rocce frizzanti o pietre con le bollicine. Così mi immagino, agglomerato di stare solo, costellato di particelle di stare insieme. Ergo, se una relazione non fosse una immaginazione, potrei riempirla e prenderne la forma, diventandola o facendomene guscio. Placido, come il lago di un vulcano.

4 dicembre 2013

CONSCIO SCONCIO

Ti concimo per le feste.
 
 
Un'autoanalisi del tutto errata per cui anche la valutazione e il concatenato indirizzamento cosmico sono errati si nota sin dalla camminata dell'entrata in scena. Accondiscendono ad un qualcosa con aria di superiorità, facendolo pesare come un dono prezioso, convinti nelle loro ottusità, autocostretti in una gabbia intellettiva becera. Spingono in ogni direzione la propria personalità camaleontica, banderuolica, in base ad una massa quantificata con delimitati canoni di qualifiche ed etichette con tanto di scadenziario datato.

22 novembre 2013

ARTERIA ARTISTICA

 
Uno stato emozionale di esaltazione intensa ma infondata che si è manifestato con un eloquio inarrestabile, una fuga delle idee, distraibilità e impeti di attività senza scopo, il tutto condito con confusione circa l'ora del giorno, la data, la stagione, il luogo e il chi. Come chi? Io. E Me.
Se qualcuno lo sa e può, di grazia, me lo dica.

Dottore, un antidolori al fico, faccia presto. Nell'indugio, trangugio.

21 ottobre 2013

S'ANONIMO



L'Esso Blog è proprio strano. Ci sono parolacce, immagini orrende, gente stupida e, alle volte, ci sono anche io.  Per questa ragione e molte altre, alle volte, passo di qua. Ma quelle alle volte è come al gioco l'ostinato giocatore, come alla bottiglia l'ubriacone, come i vermi alla carogna. Sostengo, dunque, di avere il diritto di stare qua. Se non lo avessi, ma stessi qua lo stesso, mi verrebbero le gambe corte e il naso lungo e Io non si assumerebbe nessuna responsabilità di nessun tipo.
 
 

11 settembre 2013

GRAVEOLENTE QUOTIDIE

Ciò che segue non è un medicinale, ma tenere lontano dalla portata dei bambocci.
 

Quelli che come arma segreta si imbottiscono di fagioli e borotalco e, dopo aver rilasciato dall'orifizio basso, nella fetida foschia petorifera, si danno alla fuga. Stilizzazione della visione del sé? Paura di una qualche malattia infettiva contagiosa dovuta a un batterio trasmesso all’uomo dalle pulci dei ratti? O forse una ricerca chimicolacrimogena? E magari senza il forse. E forse senza il magari.

21 agosto 2013

ALTERCO ESECRABILE

Il titolo non è un caso.
 
 
Il ricordo che si materializza ora, in questo preciso istante, che pensandoci è già passato, non prova che sia realmente accaduto. Io posso essermene convinto, soprattutto se altri, molti altri, se ne sono convinti quanto me. Mi spiego: quando sono solo e l’esperienza, l’emozione, l’evento sono miei e miei soltanto, come escludere a priori che la mia mente non si sia inventata tutta la storia, compresa la sua fedele ricostruzione?

11 agosto 2013

DISTANZA D'INSICUREZZA

Obiettivo del giorno: non rivolgere parola alle mie vocine.
 
 
Sui muri, la vernice delle scritte delle bombolette sono colate lungo la parete, scorrendo sui mattoni come segni lasciati da artigli. La tragedia di chi le ha scritte è quella di amare le parole più di quanto ami chi le ha ispirate. E' riuscito a scriverle, a crearle, ma non ha importanza, perché non crede in ciò che fa. Si è privato della possibilità di fare scoperte. Quando è in pubblico riesce ad indossare la maschera di sicurezza e raffinatezza, ma a casa, da solo, di notte, non riesce a dormire, perché quando chiude gli occhi riesce a guardarsi dal di fuori. O magari si guarda dal di fuori e si rende conto che fa parte di una vecchia storia che ha saputo inventare. Se così fosse, si ritroverà costretto a scegliere tra realtà e finzione e si priverà di altri atti di volontà, se non quello di proseguire nella scelta.

9 luglio 2013

PRECIPITEVOLISSIMALEVOLMENTE

Post numero 227, per la precisione.
 
Non che io parli a sgrotti di luppolo, ecco. Ho visto il declino, ho visto Madre Natura emettere esseri ameboidi dalla terra, che si muovevano per mezzo di pseudopodi e flagelli in cerca di vergini da penetrare. Grigio, nubi, tuoni e tutti i cliché metereologici adatti ad un film orrorifico, che in ogni caso si colloca al limite di una grammatica descrittiva, piuttosto che generativa. Nulla di che, ci mancherebbe, solo un rapido e delizioso intermezzo vecchio stampo. Grigio compreso.

27 giugno 2013

RISONANZA ARCADICA



Oh tu, che ti senti come coloro che, acquisita una sapienza superiore, osservano dall'alto delle loro fortezze gli altri uomini che sulla Terra, laggiù in fondo, si arrabattano come formichine impazzite, tanto per citare un'immagine di Lucrezio, pensi di essere tanto diverso, che ci mandi tutti simpaticamente a quel paese? Per te, ho riservato la mia specializzazione nel linguaggio del corpo: la petofonia. Datemi un megafono.

19 giugno 2013

RIDANZA CLANDESTINA

 
Se non avessi avuto la memoria, nonostante gli organi di senso, non sarei cosciente di ciò che ho visto ed udito: gli stimoli sarebbero passati attraverso di me, senza lasciare traccia. Grazie alla funzione della mia mente di ricezione e ritenzione cerebrale, detta appunto memoria, però, sono sicuro degli stimoli che ho percepito. Quindi, se non lo ricordo, l'ho rimosso. Pare?

28 maggio 2013

LUMINANTI REMINISCENZE

 
Un piccolo e brevissimo sfoggio di sintomi che vengono accentuati, fornendo spunti al paziente durante la valutazione, per avvalorare una diagnosi. Questo è quello che fanno gli altri. Ma lui non è gli altri. Non pensa che io finga, pensa che io sia matto. Per questo posso raccontargli tutto, intanto non mi crederà.

6 maggio 2013

RUMINANTI LUMINESCENZE

 
Goffo, scaltro e spavaldo, il mio sesto senso di leggerezza affascina il processo naturale dell'autopercepirsi, convincendolo dei contrari e dei sinonimi. Nulla di particolarmente acuto, ci mancherebbe, solo una lieve ironia nei confronti dell'approccio permanente basilare, adorabile e perfetto proprio perché non lo è di fronte alla ragione.

20 aprile 2013

NEOLOCUZIONI VOLUTTUOSE

Sublime, mi diedero del maledetto e, con armoniosa gratitudine, riverii.


Duecentoventiduesimo post. C'è sicuramente una timbrica potente con una forza di penetrazione sonora stupefacente in tutto questo. Lo spettro delle frequenze e  dei sopratoni è limitato deliberatamente, rimanendo quindi molto più controllato. Ma l'impatto sonoro si sente nella gola, nel naso, nel tenue e nel crasso.

13 aprile 2013

INTERDISCIPLINARE SISTEMATIZZAZIONE

 
Invito apotropaico ad un uso collettivo in cui si deduce l'accettazione sociale della coralità esecutiva. Ah si, ah si: fa parte, in ogni caso, del carnevale umano. Mi piace ricordarlo. Ci sarà pur qualcosa di drammatico.
 

10 aprile 2013

CASUALITA' DELLA CAUSALITA'

Io sono il narratore e tu il lettore, non fare domande e sii ricettivo. 

 
Il senso di alcuni gesti non hanno l'aria di una consuetudine, pur mostrando nelle sfumature, radici molto profonde. Certi episodi non possono essere valutati in termini di buongusto. Però, come sarebbe interessante accertare se siano radicati o casuali, ma forse, se si compiono, di casuale non v'è proprio nulla.

2 aprile 2013

CRITICABILI MISERABILITA'


 
Tutto e niente. Però, se dicessi di non aver raggiunto l'accettazione del niente, sarei obbligato a porla in un ambito oltre ciò che ho accettato. La questione non aberrante sarebbe che la meta finale è la coscienza del nulla. Non assurgo a deduzioni: l'individualità potrebbe essere cumulativa.
 

18 marzo 2013

DISINSTALLAZIONE COGNITIVA

 
Vi pongo apparentemente di fronte ad un paradosso, affermando, attraverso l'elaborazione di una teoria, che, al fine della psicoanalisi intesa come sapere e tecnica, sia necessario dimenticare le teorie. Quindi anche questa andrà pertanto dimenticata, anche se ciò significherà l'averla applicata.

9 marzo 2013

ISTRIONICA BRAMOSIA

 
Ho come il desiderio di entrare in un cimitero vestito da gatto con gli stivali o cappellaio matto e fare il giullare, recitando una qualche ode alla vita che va avanti o alla defunzione prematura, impiegando tutti i me stesso più teatrali, strappando sghignazzate al pubblico e qualche borbottio per le scene rubate.

23 febbraio 2013

FUNEBRIATO


La verità è paragonabile ad un'indecisione che entra nel verbalizzato, poi trascritto  concetto espresso, esternato o recitato. E pensare che basterebbe ragionare sulla fisica anche senza quanti, ma si è distratti da quel pressante senso dell'impositivo del qui e adesso. Poi ci sono i fatti trasversali. Sui fatti trasversali, senza falsa modestia, sono piuttosto bravo. Ma i fatti trasversali sono quelli che non interessano a nessuno.

16 febbraio 2013

CONGLOMERATO CEMENTIZIO

 
So per certo che un elenco conferisce dignità ad idee prive di collegamenti, ma, caro il mio giaciglio di spine, voglio ricordare le cose che mi sono successe nell'ultima decade:
 
-ho scambiato l'asse del cesso per un'altalena e, oscillandomici, l'ho sfondato. Prossimamente mi iscrivo ai campionati regionali;
-ho sognato due grizzly che volevano sbranarmi fuori dal cancello di casa e non potevo recarmi a lavoro;
-mi sono spaventato due volte della mia ombra e lei di me. Non la biasimo;
-ho ricevuto un invito da parte dell'ufficio anagrafe del mio comune per comunicazioni che mi riguardano. Forse vogliono ricordarmi chi sono.
-sono stato in preda a delirio febbrile e mi sono dilettato a mischiare medicinali con effetti collaterali. Il collaterale c'è stato e mi è piaciuto;
-mi sono addormentato sette notti di fila in posizione supina con le braccia incrociate e mi sono svegliato nella stessa posizione, ogni volta sperando di essere trapassato. E invece ero solo un participio presente. Con tutta la stima che ho per i participi presenti. Adoro i participi presenti.
-la prossima decade è un essere senziente che passa le sue giornate ponendosi domande nell'incapacità di darsi delle risposte.
-Nient'altro.

7 febbraio 2013

TANTOMENO

 
La musica è il primo dei miei muscoli involontari.

 
Improvvisazione e affondo: all'inizio della prossima storia ci sarà la nebbia. Perchè ogni storia, per iniziare, ha bisogno di eventi che ne introducano il tono e non ne impediscano lo svolgimento. Per questo, all'inizio della prossima storia, non brillerà il sole e non pioverà a dirotto. Non ostante la nebbia abbia la colpa di essere silenziosa e la prossima storia non avrà niente di silenzioso.

24 gennaio 2013

ACCAPIGLIAMENTO D'EFFIGIE


Premetto che non mi interessano le etichette, tantomeno chi etichetta o chi si etichetta. Perché si, nonostante tutto c'è chi ancora lo fa. La costrizione della mente di molte genti è abituata a catalogarsi per una necessità di riconoscimento e quant'altro. Ad esempio, per un disinteresse mostrato verso le interazioni sociali, non è detto che uno soffra di disturbo schizoide della personalità. Accidenti! Se non vi è un'esigenza anteriore, una sostanza interiore, un percorso intimo più o meno cosciente prima del trucco e dell'abito, allora non vi è che apparenza. Ma se vi è, non lo si può catalogare.

11 gennaio 2013

PSICOFRENIA ANALITICA

Nella classificazione delle alterazioni della personalità, è incluso quello di sentirsi un'alterazione della personalità, quando si legge la classificazione delle alterazioni della personalità. Evviva.


Chi ha saputo guardare davvero dentro sè ha riconosciuto una luce accecante ed una beatitudine indescrivibile nascoste fra buio e dannazione. Signori, forse non ho ancora saputo guardare dentro io e me, ma nel buio e nella dannazione ci sto benissimo. E non si tratta di abitudine.

4 gennaio 2013

SEGREGAZIONE PRIVATA

Quando sono da solo, quando non c'è nessuno che può vedermi, mi capita di assumere pose teatrali, di provare movenze drammatiche, di fare tutte cose che non mi si addicono. E' che da solo sono finalmente libero di non essere me stesso. Esercizi di recitazione per imparare ad essere più nessuno. E non ho più paura di cosa possa rimanere di me, una volta svanita la mia capacità d'immedesimazione.