_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

30 dicembre 2017

GIUSTO PER CONFORMISMO


Così come la farfalla passa di fiore in fiore per gustare le dolcezze di ciascuno, la monade umana passa di vita in vita, da pianeta a pianeta, raccogliendo esperienza, conoscenza e forza. Solo quando termina il giorno della vita, segue la notte e con essa il sonno, apportatore di sogni di vivida realtà.
E poi ci sono io, che a Capodanno passerò da portata in portata e da bicchiere in bicchiere.

20 dicembre 2017

SMARGIASSO APOSTROFATO


Gli antichi affermavano che la natura non tollera il vuoto. Sicché non possiamo distruggere o annullare una passione. Se questa viene eliminata, un'altra ne prenderà il posto. Non si dovrebbe quindi cercare di distruggere ciò che è inferiore, ma di sostituirlo con il superiore; il vizio con la virtù e la superstizione con la conoscenza.
Non so voi, io mi faccio un altro giro di brandy.

26 novembre 2017

VERBALE E ARGOMENTIZIO


Solo l'onniscienza simultanea di tutto ciò che esiste sarebbe la vita assoluta senza alcuna corruzione di morte, ma un tale stato rimane un'impossibilità finché l'uomo è legato a una personalità e a una forma limitata, possedendo quindi un'esistenza e una coscienza limitate.

Userò questa frase, domattina, come mantra durante il mio lento caracollare giù dal letto.

17 novembre 2017

VENERDI 17.11.17


Le parole mai dette, quelle che restano in piedi sull'orlo della mente, nidificano nelle pieghe del rimpianto e della frustrazione. Ma, a parte che non me ne frega un cazzo, volete proprio sapere cosa ne penso?

14 novembre 2017

CERCANSI


Chi viene con me a fare qualcosa di moralmente disdicevole e a ridere poi sguaiatamente dei tabù altrui?

7 novembre 2017

PRECIPITAZIONI DI APPROFONDIMENTO


Evito di raccontare quello che si specchia tra il mio subconscio e tutto il resto che intanto non frega giustamente a nessuno, nemmeno a me, ma una cosa la devo proprio dire. Voi vi comportate come se lavarsi la faccia fosse semplice. Come se non richiedesse chiudere gli occhi, come se non fosse una prova costante di futile fiducia incondizionata, come se non importasse nulla e non fosse davvero importante. Come se non ci fosse questo incontro, a metà strada, con la schiena piegata, in campo neutro. Come se non si tagliasse l'acqua a metà. Mi consolo con le goccioline, rarefaccio la turbolenza intrinseca del getto. Io e disinvoltura, postulando sia dominabile.

18 ottobre 2017

ADAGIO ESSENZIALE


La verità è più strana della fantasia ed è possibile osservarla solo sollevandosi al di sopra dei ristretti concetti e pregiudizi che si sono ereditati e acquisiti mediante l'educazione, ovunque provenga, e l'osservazione tramite i cinque sensi. Ah, l'umanità. Che costrizione!

13 ottobre 2017

LIBERTA'


Posso fare una dicotomia della libertà? Anzi, delle libertà? Quelle di pensiero, di azione e di scelta.
Una possibile prima distinzione esiste tra libertà possibili ed impossibili. Tra le possibili, ci sono quelle che vanno contro la libertà altrui, ovvero quelle che una società civile dovrebbe negare e quelle che sono legittime. Delle prime, quelle di cui si accetta l'essere privati e quelle che non. E in quelle che non, quelle che si sceglie di prendersi nonostante il divieto, e quelle che non. Tornando al ramo delle libertà legittime, ci sono quelle che ci si prende e quelle che non ci si prende ed in entrambi questi gruppi, quelle per cui questa scelta è fatta consapevolmente e quelle in cui la scelta è inconsapevole. Tra queste che si prendono o rifiutano consapevolmente, quelle per cui la scelta è fatta autonomamente o quelle per cui si è stati obbligati o influenzati da un elemento esterno. Mi verrebbe da dire che quelle che si prendono o rifiutano inconsapevolmente si possono dividere in due gruppi: inconsapevolezza causata da abitudine oppure inconsapevolezza da ignoranza, nel senso che non se ne conosce l'esistenza e quindi non è possibile usufruirne. Ma forse tra queste due ultime diramazioni non c'è una vera differenza. Questione di sfumature.

25 settembre 2017

ISOQUANTITA'


Ci sono momenti che è bene ritrovare per ricondursi a quella naturalità propria dell'essere che è differente dall'apparire. Quanto è triste, la rilevanza del vivere, per chi s'agita prima dell'uso in seguito a conclusioni prive d'imperturbabilità. Per fortuna permane quel po' che resta d'ironia.

13 settembre 2017

NO NO STANTE

Il giorno che smetto di ascoltare quello che la gente cerca di dirmi con il linguaggio coverbale, sopprimetemi.


22 agosto 2017

GRAZIE E ARRIVEDERLI


Il mio amico immaginario ed il mio mostro sotto al letto fanno comunella, piantano casino e non mi lasciano dormire. Quindi vi comunico, in verità, che moriremo tutti con la mente affollata di dialoghi inascoltati con inconsapevoli destinatari che non hanno mai risposto perché totalmente all'oscuro delle nostre mute parole. Cosicché alla fine di tutto, saremo ciò che saremo alla fine di tutto.

11 agosto 2017

DEGLI ULTIMI


Sembrava impossibile,
ma sto sondando ogni più sottile sfumatura
dello scibile trombereccio dell'orbe terracqueo.

24 luglio 2017

PROGRESSISMO MISONEISTA


Non è il potere o la capacità di rompere o piegare le leggi della natura, ma piuttosto di comprenderle nel loro segreto più intimo. Credo che per fare questo non sia sufficiente, ad esempio, la scienza, o la fisica che propongono un approccio prettamente razionalistico, che ci aiutano a comprendere la grammatica della natura, ma non i suoi significati più profondi. Ecco, si ritorna alla magia, quella vera, nel momento in cui razionalità e spiritualità, ormai scisse da millenni ed ognuna delle quali si è presa una competenza, poi diventate conflittuali, ritrovano un punto di conciliazione. Questo è un cammino che non dovrebbe fare solo ogni individuo, ma tutta la società moderna, perché altrimenti non ci resta che indossare un imbuto deretanico. Fate voi.

23 maggio 2017

BUONE VACANZE


Mi basta guardarli in volto, uno ad uno, per avere la stupida certezza di conoscere cosa gli passa per la mente. Vi ho studiato, sapete? Sono stato ciascuno di voi, nei miei sogni forse. Riesco a prevedere le vostre mosse. So su quale piede poggerete il peso del vostro corpo. So chi guarderete quando parlerete di un certo argomento. So anche come guarderete e quanto i vostri occhi si colmeranno di lucidità o si opacizzeranno. So come terrete occupate le mani. Più di tutto, conosco i desideri che non avete il coraggio di esprimere e l'architettura di bugie che vi imboccate per credere di vivere un'esistenza coerente. Perfettamente conscio che non c'è niente di vero in tutto ciò, ma che si tratta del mio castello che ho costruito per resistere ad un assedio lungo un lustro, dovrei ridurre drasticamente l'uso di riempitivi inutili come questo post.

20 maggio 2017

LUDICA EFFERVESCENZA

Post # 333

La retorica dello sciovinismo razziale, sessuale e religioso, sino al rabbioso fervore nazionalistico, cominciano a non funzionare più. Ciò che sono, se buono o cattivo, se sto avendo successo o no, tutto questo viene appreso lungo il percorso. E' come una giostra e posso cambiarla ogni volta che voglio. E' soltanto una scelta. Nessuno sforzo, nessun lavoro, nessun impiego, nessun risparmio di denaro. E mi sono reso conto che stavo giocando male e che il gioco è quello di scoprire chi sono davvero.

16 maggio 2017

DI SACCHEGGIAMENTI


Poiché mi vedo costretto all'inanimazione, lasciate che vi narri la leggenda del Ladro di Virtù.

Nelle terre italiane, in una piccola cittadina del lodigiano, viveva un barone ricchissimo, un rinomato collezionista di monete rare. La Baronessa Veronica trovava quella sua mania alquanto noiosa, nondimeno apprezzava lo stile di vita che le ricchezze del barone le consentivano.

Virgilio, invece, era un famoso ladro, la cui destrezza gli valse la nomina di maestro ladro nella leggendaria Gilda dei Ladri. Comunque, probabilmente, si trattava soltanto di mera spacconeria. La sola Gilda dei Ladri conosciuta si estinse oltre 450 anni fa.

Virgilio decise che il barone avrebbe dovuto condividere le sue ricchezze. Più precisamente, avrebbe dovuto distribuirne una parte a Virgilio. Una notte, l'astuto ladro, s'intromise furtivamente nel suo castello intenzionato a provvedere alla spartizione.

Le mura del castello erano note per essere altissime e invalicabili. Virgilio, astutamente, impiegò una freccia uncinata da penetrazione per fissare una corda sulla sommità della merlatura. Una volta raggiunti gli spalti merlati delle mura, doveva riuscire a eludere la sorveglianza delle guardie del barone. Celandosi con destrezza nelle ombre formate dalla merlatura, riuscì ad aprirsi un varco senza essere scorto.

Penetrare nel maniero fu un gioco da ragazzi per un ladro del suo calibro, ma un'ingegnosa serratura con non meno di tredici denti proteggeva i locali privati del barone. Virgilio riuscì a forzarla spezzando soltanto nove dei suoi grimaldelli.

Impiegando soltanto una forchetta, un pezzo di spago e un otre per il vino, riuscì a neutralizzare ognuna delle sette trappole poste a protezione della collezione di monete del nobile. Per certo Virgilio era il vero maestro dei ladri.

Con le monete al sicuro in suo possesso, si preparò a fuggire dal castello, ma scoprì ben presto che la via di fuga era ormai bloccata. Il barone aveva trovato la porta aperta e stava richiamando le guardie per perlustrare. Virgilio fuggì addentrandosi nei meandri del castello, restando appena un passo avanti alle guardie in servizio.

La sua unica via di fuga conduceva nella camera della Baronessa Veronica. Entrò nella stanza e scoprì la baronessa mentre si preparava ad andare a letto.

A questo punto giova riferire che Virgilio era famoso per il suo bell'aspetto, mentre la baronessa era rinomata per la sua bruttezza. Tali caratteristiche furono vicendevolmente riconosciute da ciascuno dei due.

"Siete forse venuto per carpire la mia virtù?", chiese la signora tutta tremante.

"Nient'affatto, mia dolce signora", disse Virgilio, pensando rapidamente. "Carpire sarebbe un atto assai malevolo per un fiore tanto delicato qual è la vostra virtù".

"Vedo che state fuggendo con le preziose monete del mio consorte".
Virgilio guardò profondamente nei suoi occhi e comprese qual era l'unico modo per riuscire a fuggire sano e salvo quella notte. Ciò avrebbe richiesto un doppio sacrificio.

"Sebbene queste monete siano d'inestimabile valore, ora ho trovato un tesoro ben superiore a ogni altra ricchezza", disse Virgilio delicatamente. "Ditemi, dea delle dee, perché vostro marito pose ben sette trappole mortali attorno a queste dozzinali monete, ma soltanto una semplice serratura alla porta della sua virtuosa consorte?".

"Il Barone protegge solo le cose che gli sono più care", replicò irata Veronica.

"Cederei tutto l'oro in mio possesso per bearmi un solo momento del vostro splendore".

Detto questo Virgilio depose le monete che aveva rubato con difficoltà. La baronessa allora si abbandonò estasiata nelle sue braccia. Quando il capitano delle guardie chiese di poter perlustrare le sue stanze, Veronica nascose Virgilio alla perfezione. Quindi si volse verso le monete e reclamò che il ladro le abbandonasse mentre fuggiva attraverso la finestra.

Compiuto il primo sacrificio, Virgilio si fece forza per compiere il secondo. Quella notte derubò Lady Veronica della sua virtù. La derubò ripetutamente, trattenendosi fino alle prime ore del mattino. Esausto ma sazio, si dileguò furtivamente alle prime luci dell'alba.

2 maggio 2017

OBLITERATO ITINERANTE


Da che parte si dovrebbe cominciare per svelare un mistero profondo e sfuggente come il tempo? Ad esempio, misurandolo? Usando, forse, orologi di ogni forma, grandezza e tipo? Si misura il tempo con sempre più precisione, da migliaia di anni, ormai, eppure questo scorrere degli eventi continua a far paura e mettere tensione, come la preoccupazione nell'incertezza della strada nuova, che non si sa quel che si trova. Orbene, sono sul binario della strada nuova e aver paura nel rimettermi in gioco m'è sempre piaciuto. Riesco nientemeno che a rilassarmi nel farlo, principalmente se sola andata, come previsto dalla norma del biglietto appena obliterato.

23 aprile 2017

I SEGNALI DEL CORPO

Quelli sonori.

Mi fanno notare, merito del raffreddore da polline, che quando starnutisco dico "etciù", letteralmente. Notano in questo uno scrupolo conformista. Io e le mie buone maniere? Eppure non sono così educato che se il mio culo potesse parlare direbbe "prot". Mai trarre conclusioni affrettate.

16 aprile 2017

AEXSISTENTIA ET TUA MEA


Improvvisamente, fulmine della mia protuberanza cefalica. Come i bei vecchi tempi. Come quando si stava meglio quando si stava peggio. Tu non esisti. Sei solo il frutto della mia espressione mentale inconscia, proiettato nel mondo in cui credo di esistere, anch'esso frutto della mia emanazione psichica. Ti comporti, ti muovi ed agisci esattamente come la mia mente ti ha creato. Non potresti altrimenti. E sai cos'è il bello? Che io sono tutto questo per te. So già cosa commenterai a questo post, così come tu sai che avrei scritto questo post. E se non commenterai, saprò anche questo. So che mi leggi. Quello che non so, invece, è come sia finita della schiuma da barba sulla mia fronte mentre mi stavo radendo. Si intenda che anche la schiuma da barba stessa è frutto della mia immaginazione.

9 aprile 2017

SCINDENDO MONOESPRESSIVITA'


Bipolarità o bipolarismo ipomaniacale o ipermaniacale, questo non è il dilemma, come in "essere o non essere". Il dilemma, se proprio lo si vuole ricercare o creare, sono quelle scissioni di Io, Me e di tutti gli altri Me, compreso l'ultimo aggiuntosi nemmeno troppo tempo fa, che però rendono quel fascino monoespressivo, irresistibile. Non per vanità, sia chiaro. Di certo facilita la comprensione della psiche, degli atteggiamenti, delle espressioni del viso e delle gestualità coverbali nel confronto del carnevale umano e quanto piace questa beltà che splende negli occhi loro ridenti e fuggitivi. Dopotutto non sto qua a gonfiare le bambole.

23 marzo 2017

ESCLUSIONE DI RESPONSABILITA'


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, poiché, se lo fosse, tale testata non sarebbe da raccomandarsi ad alcuno. L'usurpazione della paternità dei testi ivi prodotti, non sarà perseguitata a norma di legge, in quanto la riproduzione parziale o totale è consentita in qualunque forma e piacimento, senza esplicito consenso, per affermazione tesa a definire o delineare l'estensione, i diritti e gli obblighi tra me e te, che stai leggendo, entrambi coinvolti in una relazione legalmente riconosciuta come scrittore e lettore. Ma, se proprio desideri contattarmi, non farlo ad ore pasti che solitamente mangio. Riguardati dai tarli.

17 marzo 2017

MI DILEGUO NEL DISCORSO


Non ce l'ho fatta. Ci ho provato, davvero. In molti modi, ma non ce l'ho fatta. Ho provato distraendomi facendo cose su cose, uscendo più spesso, a volte ho provato con il brandy, altre con elucubrazioni notturne megafoniche, per cui mi è costata una multa per disturbi sonori. I carabinieri, allertati dal vicinato, non hanno voluto sentire ragioni. O sragionamenti, nel mio caso. Ho provato persino a farmi legare in uno scantinato adeguatamente insonorizzato per l'occasione, ma mi sono improvvisato escapologo con riuscita nell'intento e non c'è stato verso. Nemmeno capoverso. Da questo spazio non riesco a stare lontano. Deve trattarsi di una debolezza, non me lo spiego altrimenti.

24 gennaio 2017

EPILOGRAFIA


Cari Squilibrati, s'avvisa che l'Esso Blog, non verrà più aggiornato. Grazie a chi c'è stato, a chi c'è ed a chi si imbatterà in questo spazio angusto. La chiave è comunque appesa accanto alla porta, indi si prega poi di richiudere e di riporla dove la si è trovata. La porta è quella sul retro.

Grazie e arrivederci.


22 gennaio 2017

AI POSTERS L'ARDUA SENTENZA


E alla fine non è rimasto niente. Nessun sentimento, nessun amore, nessuna tristezza, nessun rimpianto. Solo il ricordo di una bella storia che, come tutte, è giunta alla fine. Portandosi via l'ultimo brandello di umanità.





Buon viaggio amico mio.

15 gennaio 2017

SAGITTABONDO


Lo volete uno stato di ingovernabilità sul piano etico, così semplice che però manca come un dettaglio che fa la differenza? Ebbene, dicendo che se Io non è Io e se anche lo fosse sarebbe un altro che si agisce soltanto, si afferma che Io non è padrone in casa propria e non sempre è responsabile delle sue azioni. Che ridere. Rivelazione, oltretutto, che lo solleverebbe da ogni responsabilità con tanto di spruzzatina di gin.