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29 febbraio 2016

INCULCHI SCENOGRAFICI


Ventinove febbraio: una verità che si capta senza artefizi, manipolata ad uso del pubblico. Nelle scene si vedono gli attori in quanto esseri ricreati e straniati. Ci si cala nella parte. La sensazione che ne si riceve, è la risultante di una corretta impostazione scenica ed interpretativa.
Sì, ok, io le do del lei, ma lei, cosa mi dai?

15 febbraio 2016

LAPIS LAPSUS ULO


Trecentotreesimo post, consueta palindromia nelle ricorrenze ma con l'aggiunta del molesto scricchiolio dei legamenti nella cassa di risonanza del cranio. Se descrivessi esattamente tutto ciò che provo, questo blog diventerebbe un ambasciatore tra la mente e il corpo, sarebbe il traduttore delle mie sensazioni e spesso l'ho fatto. L'ha fatto. L'abbiamo fatto. Percepisco ancora me stesso come un puzzle, con tutti gli elementi sparpagliati. Faccio conoscenza con i pezzi, i miei pezzi, come si farebbe con amici occasionali. So benissimo che si tratta di pezzi che, assemblati, mi ricomporrebbero, non ne dubito neppure un secondo, ma li capto ancora estranei.

7 febbraio 2016

TORMENTI ANTELUCANI


La questione degli incubi. In questi ultimi mesi ne ho fatti d'ogni. Ho deciso di ammansirli, vedendone il lato ironico e trascrivendoli sul brogliaccio che tengo sul comodino, con calamo e calamaio. Appena mi sveglio, l'incubo è annotato. Questa abitudine produce due effetti sugli incubi: li struttura come racconti e toglie loro ogni capacità di impressionarmi e non suscitano più terrore, ma curiosità, quasi sapessero che li aspetto per metterli su carta e lo reputassero un onore letterario, quegli idioti! Benché rimangano sinistri, perdono la loro caratteristica di incubi.