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29 luglio 2010

DESINENZA ATMOSFERICA

Tegaminando le uova nel pagliaio, diffidando dalle limitazioni e non facendosi prendere per il culmine all'apice della parabola, tesso la mia tela con fili e profili psicoanalitici. Osservo nei dettagli che colano classe come grasso da una bistecca sulla griglia, per intuire dietro alle apparenze di una cosmofobia spiccia e immotivata. Lasciatemelo dire: dopotutto mi diverto con poco.

20 luglio 2010

PIROMANIE DI GRANDEZZA


La mia percezione coscenziale, per cui tutto è un susseguirsi di spettacoli pirotecnici di variabili imprevedibili e grottesche forze ascenzionali di formule magiche per possessioni d'aria confezionata, s'è dedicata ad una chiassosa e riverente celebrazione della vita. Questa mia percezione coscenziale che mi ricorda quotidianamente le sciocchezze che donano leggerezza al modo che ho d'approcciarmi al barattolo contenitivo dell'esistenza. Niente male.

13 luglio 2010

TUNNEL CARPACCIO

Oggi, martedì 13 luglio duemiladieci. Molti pensano che oggi sia stato preceduto da lunedì 12 luglio duemiladieci, comunemente chiamato ieri e che precede mercoledì 14 luglio duemiladieci, comunemente chiamato domani, ma solo per oggi. E i molti hanno ragione. Quella dei giorni è una serie. Quindi ogni giorno può essere inteso come un elemento di una lista quasi infinita. Quasi, per i sostenitori di una creazione ed una fine temporale. Per comodità di analisi riduciamo il sistema quasi infinito osservato: per ogni giorno ci sono un giorno precedente ed uno successivo. Così ogni caratteristica che si può dedurre per un giorno con queste caratteristiche, si può dedurre per ogni altro giorno. Per induzione, carissimi. Ora, consideriamo la sequenza di questi tre giorni come una sola entità, con oggi non distinguibile da ieri e da domani. Il nostro esserci sarebbe adagiato in questi tre contenitori e ne prenderebbe la forma come se fossimo acqua. Il problema della percezione del qui ed adesso si può così ridurre ad una questione geometrica, la sezione generata dall'intersezione tra questo oggetto temporale e un piano perpendicolare alla direzione del tempo. Questa osservazione, però, comporta dei problemi di linguaggio: quello che si definisce trascorrere degli eventi sarebbe una percezione generata da un'osservazione effettuata da un punto di vista che trascende il tempo stesso e lo deduce da qualcosa che tempo non è. Le implicazioni sono innumerevoli. Ma quello che volevo dire è che ho riposto i cordiali saluti nel cassetto.

4 luglio 2010

CAPOVOLGIMENTI CLESSIDRICI

Non ci avrei creduto, se me l'avessero detto. Oppure suggerito. Oppure bisbigliato. Oppure soffiato col fumo di una sigaretta. Mi riferisco a quel che viene solitamente definito in contrapposizione a ciò che è immaginario o fittizio. E invece mi sono dovuto ricredere. La sensazione era nitida. Di quelle cui si sbircia l'orologio a pendolo, ne si gusta l'intrigante dondolìo, nel millesimo dell'oscillazione e si vorrebbe che da quel momento in poi non vi fossero più momenti, né poi. Non ho bisogno di trampoli, né di trampolini. Accento tonico per inchino e sberrettata.