Le contraddizioni si accatastano giorno per giorno una sopra l'altra e far finta di non vederle è un esercizio di fantasia sempre meno plausibile. Un giorno dalla folla si farà avanti un bambino che, puntando il dito e ridendo, griderà: "Babbo Natale è nudo".
17 dicembre 2008
BABBO NATALE ESISTE
16 dicembre 2008
IL MALE

Non so se sia normale che l'osservazione di terze persone si tramuti in analisi critica verso se stessi. Comunque è un genere di pensieri di cui non riesco a fare a meno. Ad ogni modo, ho avuto la prova provata che il ruolo di traditore non si addice alla mia persona. So fingere così deliziosamente di stare dalla parte del bene che finisco per rimanerne coinvolto e perdere l'attimo per sferrare il colpo decisivo. E alla fine perdo. Perdiamo. Io e il Male. E a me il Male piace. E il Male da la colpa a me. Ma il Male dorme, mentre io penso a tutti e due. Ricerca di semplificazione? Stilizzazione della visione di sé? Paura? Terremoto? Cavallette? Boh.
Ed in quel momento preciso dall'altra parte dell'esistenza, in quell'altro mondo che si può veder da lontano, ma senza mai avvicinarvisi, una piccola melodia s'è messa a danzare.
14 dicembre 2008
CONVINZIONE

Il dato più sconcertante di questa dubbiosa questione è il seguente: il ricordo che si materializza ora, in questo preciso istante, non prova che quel che si ricorda sia realmente accaduto in passato. Io posso essermene convinto, soprattutto se altri, molti altri, ne sono convinti quanto me. Quando sono solo e l’esperienza, l’emozione, l’evento sono miei e miei soltanto, come escludere a priori che la mia mente non si sia inventata tutta la storia, compresa la sua fedele ricostruzione?
E se la risposta fosse dimenticare la domanda?
11 dicembre 2008
ALTER EGO

7 dicembre 2008
SENZA SGOMBRO DI DUBBIO
La leggenda del calamaro con le braccia lunghe come il rimorso.

Scricchiolare è il mio modo di riflettere mentre ascolto la vecchia inquietudine. Un'eco di abisso. La parola eco è femminile, per questo ho utilizzato l'apostrofo. In preda ad una crisi di cacofonia cardiaca, immagine iperreale del non-detto e non-consumato, poltergeist del gusto. Dentro l'avvizzito secchio cerebrale del crapone, due pensieri se ne vanno a letto insieme. Dormo e sogno come sogna il mio amico immaginario, ovvero come sognano gli umani, poichè quello è il luogo in cui si incontrano normalmente amici immaginari e umani. Io sono un essere razionale, ma se l'irrazionale mi pesta i piedi, devo farci i conti. C'è una bufera che giostra solo me. Dannate quelle situazioni che non si fanno annunciare!!
Ed ecco il gran finale con gran piangianza e gran ridanza. Alza la mano per chiedere la parola, si alza in piedi: "E comunque io volevo solo dire che lo spazio pensiero è bianco e quasi totalmente vuoto, costellato di solidi platonici che rappresentano le idee. Le parole sono le dita con cui tocchiamo e veniamo a conoscere queste idee forme, nello stesso modo in cui un cieco impara a conoscere il mondo". Si risiede.
Tra poche ore sarò immerso nella frenesia metropolitana.
5 dicembre 2008
EVASIONE IN PITTOGRAMMI
In cui il mio amico immaginario scrisse ripetutamente la parola "scomparire", ogni volta con una tinta di inchiostro sempre più pallida. 

La mia mente non è un luogo e il mio cervello non ha anticamera. Non è una macchina, non ci sono le rotelle, nè lampadine che si accendono. Non ci sono fessure per infilare le monetine e non ci sono tasti da premere, o, più pudicamente, da non premere. Non ci sono nemmeno pensieri che frullano o neuroni che muoiono di solitudine. Io dico di pensare, ma la verità è che non so cosa succede là dentro. Non so nemmeno se succede là dentro. Non so nemmeno se succede. Tenerci intorno la maggior parte degli organi di senso non sembra nemmeno una grande idea, visto che mi sembro ancora un singolo punto flottante con un corpo che ci penzola sotto.

2 dicembre 2008
TIMIDEZZA

Ho perso il filo del discorso di Arianna. Cosa stavo dicendo? Ah si: inventeremo un nuovo linguaggio, che nessun'altro potrà capire.
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