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30 giugno 2020

PROSOPOPEA EGOICA


Se il lavoro su di te diventa l'unica ragione della tua vita dammi retta: prenditi una pausa. Se la spiritualità è l'unico motivo del tuo andare avanti, forse è meglio che lasci la spiritualità e ti dedichi alla vita reale. Se hai preso a psicologizzare tutto quello che ti accade e credi così di poter spiegare il mondo attraverso mappe, teorie, citazioni, nomi altisonanti, forse ti stai perdendo un pezzo di vita dietro il vano, illusorio tentativo di tenere tutto sotto controllo. Un pezzo bello grosso. L'ego spirituale (ma anche il suo equivalente ego psicologico) è una malattia che si contrae con l'overdose di studi, libri, citazioni, teorie, ed è un preciso meccanismo di difesa  che serve a contrastare i due aspetti della realtà che ci terrorizzano di più: l'incertezza e il continuo cambiamento. Così, attraverso la sovrapposizione alla realtà di mappe, metodi, principi e tecniche, tentiamo di arginare il continuo fluire e rifluire dell'esistenza, tentiamo di spiegare l'inspiegabile col risultato di convincerci che è proprio così che funziona. Ma ci sarà sempre un fattore X, un fattore di incontrollabilità e diventare maestri del disordine e dell'imprevedibile è una rara abilità che non potrà mai essere conseguita nemmeno con diecimila lauree, o un milione di diplomi o libri letti. Quello che vi può dare questa maestria si chiama presenza, e non è qualcosa che possa essere appreso da libri, con le tecniche, o attraverso sistematizzazioni di pensiero. Al massimo se il vostro intento è davvero puro, un giorno potrà capitarvi di conoscere qualcuno che funzioni davvero in tempo presente e che vi fa vedere come si fa. A quel punto forse dovrete sacrificare tutte le vostre mappe e tutte le vostre ricette per la felicità, tutte le vostre storie e incontrare il dato di realtà, fluido, sempre mutevole. Quel giorno verrete messi di fronte a quell'incertezza che cercavate a tutti i costi di evitare. Nell'incontrare e nell'integrare questa incertezza si trova la guarigione dell'ego spirituale con la sua prosopopea e la sua arroganza, e si acquisisce un grande potere sulla propria linea di vita.

5 commenti:

Gus O. ha detto...

L'incontro giusto può cambiarti la vita.

Ginny ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gus O. ha detto...

Lisa, io penso sia una casualità.

Lorenzo ha detto...

Dovresti vederli, gli uomini di questo mondo, quando la notte li mette a dormire.
Scivolano fuori dai loro letti, anzi, da loro stessi, invisibili e irriconoscibili.
Si siedono sul pavimento e tirano fuori gli appunti.
Dovresti vederli srotolare con ansia le palline di carta su cui hanno raccolto i loro pensieri.
Memorandum segretissimi scritti con la mente in un istante ed in meno di un istante nascosti dove nessuno potrebbe trovarli. Neanche loro se, un giorno, guardandosi allo specchio, pensassero di essere quello che vedono e dimenticassero di essere invece quelli che sono.
Quelli che, ogni notte, escono dal didentro del didentro dei loro corpi, invisibili e irriconoscibili. Si siedono sul pavimento e dal didentro del didentro delle loro anime rovesciano in terra gli appunti accartocciati. Uno ad uno se li leggono. Se li ripassano. Buttano via quelli che non servono più e allineano quelli rimasti uno in fianco all’altro, in ordine d’importanza.
Dovresti vederli, un minuto prima dell’alba, davanti ai loro fogliettini bianchi, stirati e ordinati, leggere soddisfatti come sarà la loro vita. E come fare perché sia proprio così. Tutto è chiaro, allora. Possono tornare a dormire. Il futuro non fa più paura. Hanno fatto ordine.
Dovresti vederli, gli uomini di questo mondo, svegliarsi ed aspettare con terrore il vento del mattino. Non c’è finestra che resista al vento del mattino, e così l’illusione della notte, svanisce. La vita non è quel lenzuolo di foglietti bianchi sul pavimento, ma la folata di vento che spalanca le finestre e se li porta via, facendoli volare per strada.
Dovresti vederli, ogni mattina, gli uomini di questo mondo, alzarsi a rincorrerli con gli sguardi allucinati. Ognuno che rincorre i propri appunti e alcuni li ritrova, altri no. E ritrova quelli scritti da altri, identici ai suoi. O diversi. E conserva quelli che gli sembrano buoni. E scarta gli altri, che da altri verranno giudicati buoni e raccolti. E così facendo si scontrano. S’incontrano. E così facendo vivono. Preparandosi a vivere, vivono. Cercando il modo di vivere, vivono. Non cominciano mai veramente a vivere. Non sono mai pronti.
Perché ogni mattina, gli uomini di questo mondo, perdono gli appunti e per tutto il giorno li devono rincorrere, cercare, ritrovare. Intanto, vivono.
Ma tu non glielo dire.
Lascia credere loro di essere ad una prova generale. Che questa sia una vita provvisoria, in attesa di fare ordine, di capire ed iniziare a vivere veramente.
Fa’ che non si accorgano di essere già in onda. Che il via è già stato dato e non
era una falsa partenza. Oppure fa’ loro trovare l’appunto che davvero li possa aiutare. Quel minuscolo biglietto consumato dal tempo dove qualcuno, chissà quando, ha scritto: NON PRENDERE APPUNTI
Dovresti vederli, gli uomini di questo mondo. E ricordarti che, anche se dall’alto sembrano formiche, sono uomini, per Dio! Soltanto uomini, mio Dio.

mistral ha detto...

mi sa di averlo conosciuto.. e mi sa di aver pure tentato di ucciderlo mentre con le sue sole azioni cercava di dirmi che fuori dalla caverna c'é vita..