Peripezie con l'accento sulla seconda e. Ma non c'era bisogno di dirlo. E' l'immaginazione che mente. E' la mente, che immaginazione! L'immaginazione fa l'ironia così affilata che ci si potrebbe tagliare un giorno di nebbia, definizione orizzontale che fa levare rumori da rubate di scena. L'atteggiamento è eloquente.
Schiarisce la voce e l'imposta, alza la mano per chiedere la parola e si alza in piedi: "Da che esiste, la scienza, senza nulla togliervi, tende a concentrarsi più sulle teorie che sui fatti. Dai fatti nasce una teoria che li illustra, mentre altri, magari scoperti in seguito, vengono omessi. Fatti nuovi che potrebbero modificare la teoria, dunque, ma che spesso vengono ignorati. Questi fatti vengono definiti anomalie, ovvero prove che non collimano. Una teoria, a volte, non basta e sembra fin troppo facile. Per questo la malìa dell'anomalia, lubrifica i miei tubi sinaptici". Si siede con un brevissimo accenno di medio dito, a sistemarsi la frangia.
Prima di riemergere totalmente o parzialmente dal solito declino cognitivo, posto. Perché a me mi, ma però. E che compiacimento. Certo, non sarebbe male una sistemazione alla mia massa cerebrale secondo migliori programmazioni, ma sono di fretta, in questo momento. Ricordo quando si giocava in cortile ad immagine e somiglianza, proprio perché resi simili ed unici dalla capacità con cui si riflette la luce. Le regole erano di pari diffusione e importanza. Sobbalzo tra le corsie.
Un sommario di compilazione che mi concima per le feste. Il parrucco c'è, il trucco no: stupirò con effetti specifici. Una sensazione diviene messaggio indirettamente, come all'apice di una metafora o di una parabola. Come quelle idee della realtà che sono un po' menzogne tra i tanti trapassati futuri. Bisognerebbe potrebbizzare un po' più spesso. Dubbi? No, nessuno.
Un altro passo verso l'accettazione formale del pensiero che annulla il predominio dell'idea fuor di metafora. Ometto ciò che è deducibile dal contesto del discorso per risvegliare nell'individuo che io sono, emozioni di cui già avevo nozione, ma non avevo individuato con coscienza. Faccio una capriola a colpi di mi osservo da fuori. Capriolo, dunque, nei parallelismi delle psicologie spicce.
Questo blog sembra scritto da un pazzo, rinchiuso in una cella ed imbottito di sostanze da stupefazione con contratto a tempo determinato. La questione è un dato di fatto: quando le mie attività cerebrali si scindono e si rendono indipendenti l'una dall'altra, perdo il controllo di me, degli altri me ed anche di io, che è un altro e che agisco soltanto.