_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

26 luglio 2009

FRUTTO GASTRICO

Corbezzoli!

C'è un istante, all'apice della parabola, in cui sono fermo, immobile, privo di peso e di volontà. Oscillazione tra il pronunciare con tono serio una banalità, inducendo così l'ascoltatore a chiedersi se sotto quelle parole non ci sia un significato ulteriore e più nuovo, come giocattoli di plastica che vanno bene solo per teste dello stesso materiale ed un mostro di fine quadro sotto forma di quesito, un enigma le cui alternative sono tutte valide, pronto a scaricare una logorrea indesiderata dietro sé. Cielo caldo macchiato, panna a parte.

22 luglio 2009

ACCUSATIVO ESCLAMATIVO

Calpestando lo spazio-tempo sul passaggio pedonale-terrestre. Il dado è tratto e retrattile. Non credo che tu esista. Per quel che possa valere, non credo d'esistere nemmeno io. Potremmo essere soltanto un’immaginazione. Questa rivelazione mi solleva da tutte le responsabilità, tranne quella di scoprire le definizioni più nascoste tra le pieghe di questa creazione, pic-nic ipnotici. Questa rivelazione è la causa che mi rende estranei, all'improvviso, persone ed oggetti familiari, nessuna giustificazione. Questa rivelazione mi da una libertà massacrante ed insieme una disperazione strutturalmente confortante.

19 luglio 2009

SICCOME CHE

Quando i fantasmi si contendono
il sogno migliore intorno al mio letto. Il rimorso postumo di un passato che non ho lo scrivo come se fosse remoto, a nutrire chissà quale volontà. Ma in qualche modo, devo pur fissare questa vita alla mia pelle. Il mio moto inerziale mi fa bucare l’alba con un punteruolo di plastica, immagini teatrali di deleghe intramuscolari. Per il momento ogni irrequietezza è stata inibita dalla preparazione della medesima. Discipline mistiche si rendono utili.

14 luglio 2009

GIUSTAPPUNTO FAGOCITANDO

Una nuvola di soporifera insonnia o un’altra di quelle manifestazioni del grande privilegio di poter essere brevi, concisi e di poter dire solo quello che si vuole dire? Anche se, secondo fonti bianche e buchi neri d’inchiostro, esistono sostenitori del contrario. Non saprei, così, su due piedi, ma sta di fatto che quando vengo colto dall'imprevedibile e sensibile esistenza del mio essere materia viva non totalmente controllabile, mi sento a disagio e aderisco a un sistema di credenze completamente inattendibili, provandoci gusto. In altre parole, attenzioni d’un prosaico rispetto verniciate di eccentricità, abdicano ondate dispersive.

12 luglio 2009

PATOLOGIE FOTOVOLTAICHE

Il cielo si è dissolto e hanno messo un pannello bianco per nascondere il vuoto lasciato. Altro giro di brandy, Signori?

C’erano tante cose strane in quella situazione che sondava i limiti del luminoso tutto: il tempo non trascorreva più ma si limitava a passare, punti di vista psicomotori permettendo, non si poteva più ascoltare ma solo sentire e non si prestava più attenzione a quello che circondava. La perfetta discordanza con la realtà. Ci si limitava a guardare tutto, anche sé stessi, da lontano, senza interesse. Succede.

6 luglio 2009

EPILOGO

Leggere lentamente le avvertenze, rispettando la punteggiatura, sillabando ogni labiale ed ogni nasale. La bocca dovrà aprirsi nelle e, spalancarsi nelle a, unire i dentini nelle i, ululare le u e stupirsi nelle o. Ogni smorfietta dovrà essere perfetta. Grazie.
Questo blog non è null’altro che un vecchio foglio. La carta è ingiallita e la quadrettatura sbiadita. E’ un foglio per raccoglitori ad anelli, sul lato ci sono, infatti, quattro fori di mezzo centimetro. Sul bordo di uno dei buchi è rimasto attaccato un cerchiolino di carta, evirato da un qualche tipo di meccanismo rilegatore. Il perimetro è circondato dalla sottile peluria della carta strappata. A metà, lungo la linea di piega del foglio, c'è un minuscolo rigonfiamento, simbolo delle decine di volte in cui è stato piegato e dispiegato. In un angolo la superficie della carta si fa grinzosa, forse una mano emozionata ha stretto quel lembo con troppo ardore. Dove le gocce hanno baciato il foglio, l'inchiostro si è spanso in macchie diafane dai bordi frastagliati, come meduse azzurre sospese in un'enormità lattiginosa. Negli stessi tratti la scrittura si fa indecifrabile, le grazie della bella grafia corsiva iniziano a gonfiarsi e, prossimo agli abissi più profondi, ogni simbolo si confonde e fa misterioso.