_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

17 febbraio 2015

TETRAIDROLOGIA

 
L'individuo adulto, maturo, formato, è un soggetto completamente adattato al suo ambiente, abile nell'utilizzo dei suoi strumenti. Essi finiscono per rassomigliargli e lui per rassomigliare a loro. Ma perché questa familiarità sia possibile, l'eccezionalità deve divenire consuetudine: il pericolo è che l'orizzonte chiuso di senso in cui si muove un tale individuo, non sia più penetrabile e accogliente nei confronti di un evento imprevedibile. In questa prospettiva di “serietà” l'imprevedibile, come rischio, è calcolato – e quindi minimizzato, ridotto ad errore trascurabile – oppure semplicemente rimosso, forcluso, tenuto aldisotto del livello di percezione e coscienza. Il perturbante, cioè quel sentimento di smarrimento del sé e del mondo causato dal riaffiorare alla coscienza di qualcosa che era familiare ma che è stato rimosso in quanto possibilità sfrondata in ragione della costruzione di una realtà e di una personalità più solida e coerente, trasforma sotto gli occhi angosciati del soggetto quell'arsenale di oggetti che erano propaggini della sua personalità, pronte a rispondere ai suoi ordini e desideri, in un esercito danzante dominato da forze demoniache e incontrollabili. Questo effetto poltergeist, questa trasformazione dell'inorganico in organico, questo ribellarsi dell'ambiente ai sensi, non è che l'immagine speculare e distorta di ciò che sta accadendo al soggetto; egli, da organico, è divenuto inorganico, poiché si è disperso e nascosto negli oggetti e nei luoghi che usa e abita, tanto da lasciarsi possedere da essi, i quali ormai lo abitano e lo usano, lo muovono come un burattino. 

4 commenti:

DarkLuna ha detto...

" il pericolo è che l'orizzonte chiuso di senso in cui si muove un tale individuo, non sia più penetrabile e accogliente nei confronti di un evento imprevedibile" Appunto...
Questo è grave.


Ciao Squily, mi sei mancato!

NERO_CATRAME ha detto...

Direi che di ristretto, a parte il caffè e non sempre, mi piacccia ben poco.Restringere poi le emozioni , mi sembra autolenitivo e poi mi sembra di aver ribadito il mio gusto elastico.
Sinceramente quello che non riesco a definire è la parola maturo.Tenendo conto che ad ogni evento e ad ogni esperienza impariamo qualcosa di nuovo,abbiamo la possibilità di crescere e sicuramente aumentare la nostra maturità.
Non mi piace la sicurezza statica, non sono adatto.Lo svilupparsi di moletplici emozioni, piacevoli o meno ad ogni evento,beh,è vento.

NERO_CATRAME ha detto...

Ieri ho provato a lasciare vari commenti in giro e mi sono poi accorto, che non so per quale motivo, blogger non li ha semplicemente ignorati.

Riassumo quello che ti avevo inviato in :

Non mi piace la staticità , amo il tormento del crescere e ogni evento che mi porta ad aumentare la mia maturità, che sia questo piacevole o meno.Sono incapace, inadatto a chiudermi e afermarmi dove credo di essere già arrivato e andare oltre l'evento è vento.

Andrea Sollai ha detto...

E tutto ciò mi ricorda il trip di pochi giorni fa. Me la sono presa con un cappello e con la laurea di mia sorella. Che occupava un posto nella mia libreria. Rigetto di consuetudini rivelatesi nauseanti ed indigeste. Anche quando sembravano assimilate. Si vomita anche l'assimilato...e come i Romani, assumo nuovi io, strafogandomi di nuovo.