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27 dicembre 2012

VISIBILIO DIETROQUINTESCO

A quanto pare su questo blog sono cascato in errori di digitiazione. Forse è a causa di quel messaggio subliminale perentorio ed inquietante che sottostà all'indicazione del farmi scrivere quantità differenti di ordine e disordine, stimolanti la produzione. Ma più connessi all'azione che ad una morale interna di produttività che sono riuscito ad abbandonare. Certo, bisogna prevedere tutto quanto da prima, scrivere le proprie volontà di comodo su un pentagramma sigillato e darle al notaio. Ma non per salvare la faccia, un tarlo che scala gli stolti con disinvoltura avveduta. Per beffare il destino.
Ci sono dei momenti in cui mi disumanizzo del tutto.

22 dicembre 2012

PROPRIETA' PIRATA

Se nella finestra vedo riflesso l'interno della stanza, può voler dire solo due cose: o qui dentro c'è troppa luce o là fuori ci sono troppe pennellate d'ombra. Nell'ombra rifulgono splendidi dettagli minimali in primo piano. Essere più ombra che consistenza da non riuscire nemmeno a suscitare l'attrazione della forza di gravità. Non essendo uno di quei momenti in cui ho voglia di sintonizzarmi con la logica, attratto da inquietanti rumori di fondo, non resisto: vado fuori.

18 dicembre 2012

LUDICO PRESTIGIO

Non ditelo mai a nessuno. Vi pregheranno di svelare il segreto, ma appena glielo mostrerete, perderete valore. Il segreto non fa colpo su nessuno. E' il trucco che affascina.
Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata "La Promessa", in cui l'illusionista mostra qualcosa di ordinario: un fiore, un mazzo di carte, un qualsiasi altro oggetto o una persona. Mostrandolo, chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale, inalterato, normale. Il secondo atto è chiamato "La Svolta". L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. E' in questo momento che si cerca di capire il segreto, ma non lo si troverà, perché in realtà non si sta davvero guardando. Non lo si vuole veramente sapere. Si vuole essere ingannati. Ma ancora niente applausi. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Per questo ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che viene definita "Il Prestigio".

12 dicembre 2012

RESTRIZIONI ASTRINGENTI

Calvacando l'onda disegnata sulla mia fronte corrucciata che gronda di sudore intenso misto a profumo di incenso. E con i capelli che giocano a shanghai.
 

Se mi stai leggendo, sappi che non sono io a scrivere. C'è differenza tra non avere niente da dire, non sapere cosa dire, non dire nulla per l'ansia di non restare in silenzio e non sapere come dirlo? Il silenzio segna alcuni giorni come un marchio a fuoco doloroso, cicatriziale. Il silenzio esterno rimbalza e riflette internamente, come in una cassa di risonanza implodibile.
E' un batti e ribatti di dibattiti atti a stringere patti che in effetti stando ai fatti premiano chi non si omologa e ha un dito medio come rimedio.

27 novembre 2012

PLURIDISTINTI ANDIRIVENIRE

Il gran finale di una onirica pirotecnia. Bello. Uno di quei gran finali che lasciano con il non saper cosa pensare e non saper come pensarlo. Lorsignori: "L‘inedito corso degli eventi". Una storia di quelle in cui a perdersi una sola lettera il senso impazzisce e il senno ci muore dietro.

21 novembre 2012

CUMULIFORMITA'

Caloriferimenti del tutto casuali, per intenderci. E senza nessun invece che potrebbe sembrare di troppo. Di troppo.

L'attitudine della latitudine latita. L'attitudine dell'interessarsi prevalentemente al proprio mondo interiore, con un atteggiamento più o meno distaccato nei confronti del mondo esterno, invece, elude verosimili alterazioni dei movimenti volontari con comparse di attività muscolari involontarie o danze del ventricolo noiose e fastidiose.

10 novembre 2012

PIETRA POMICIONA

E io che pensavo che la pietra pomice la si dovesse strofinare sotto le ascelle come la saponetta.

Tra gli spazi atomici che per rapida e violenta precipitazione di questo piano terrestre, mi rappresentano, non posso minimizzare la realtà senza capire che prima o poi arriverà quel momento dove sarà massimizzata dalle considerazioni che incombono sul reale stesso. Inutile qualsiasi esempio.