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12 dicembre 2012

RESTRIZIONI ASTRINGENTI

Calvacando l'onda disegnata sulla mia fronte corrucciata che gronda di sudore intenso misto a profumo di incenso. E con i capelli che giocano a shanghai.
 

Se mi stai leggendo, sappi che non sono io a scrivere. C'è differenza tra non avere niente da dire, non sapere cosa dire, non dire nulla per l'ansia di non restare in silenzio e non sapere come dirlo? Il silenzio segna alcuni giorni come un marchio a fuoco doloroso, cicatriziale. Il silenzio esterno rimbalza e riflette internamente, come in una cassa di risonanza implodibile.
E' un batti e ribatti di dibattiti atti a stringere patti che in effetti stando ai fatti premiano chi non si omologa e ha un dito medio come rimedio.

5 commenti:

Disperso ha detto...

Sono stato in silenzio fin troppo. Il dito mi si quasi atrofizzato.

NERO_CATRAME ha detto...

Se gridassi il mio silenzio alla non comprensione avrei aggiunto solo il suono dell'urlo ,che sarebbe ció che rimane.Imprimo il mio ghigno nel mio silenzio,lasciando che a chi é diretto rimanga un suono che urla nella sua anima,nella sua mente,senza capire che cosa é.

P.S. nella mia totale intolleranza non si distingue il dito medio,perché é talmente assoluta che per evitare possibili dubbi le alzo tutte e cinque.

*giugiu-chan* ha detto...

Geniale.

Patty ha detto...

Sentenze, giudizi, artifizi esplodono tra la gente.
Preferisco il silenzio
che come assenzio
mi ubriaca di un momento
che a molti può parer spento.
ma se penso alle lingue biforcute
preferisco le bocche mute.

Mia ha detto...

è la cosa più triste del mondo. L'unica soluzione sarebbe rompere il silenzio, ma chi ascolta? O trovare qualcuno con cui non sia necessario farlo.

(dev'essere tua nonna)